martedì 25 agosto 2015

Comunismo: cronologia dell’ascesa e della caduta degli “stati socialisti” (1917-1991). Gli “stati socialisti” d’oggi (1991-2015)

Cronologia dell’ascesa e della caduta degli “stati socialisti” (1917-1991). Gli “stati socialisti” d’oggi ( 1991-2015)

Nelle due cartine che a sinistra in alto illustrano questo post, possiamo nella parte superiore osservare l’estensione mondiale degli stati autodefinitisi “stati socialisti” prima della fatidica caduta del Muro di Berlino del 9 novembre 1989 e del successivo e conseguente dissolvimento dell’Unione Sovietica del 1991, mentre nella parte inferiore vediamo l’estensione ad oggi dei cinque stati tuttora guidati da un partito comunista, come partito unico.
Ho titolato questo articolo "Cronologia ... degli “stati socialisti” perché in questo post non intendo dare alcun giudizio politico su quell'esperienza storica, cerco solo, il più obiettivamente possibile, di "fotografare" quelle varie esperienze - come del resto sto facendo qui anche nei miei post sui "fascismi" - per come si sono svolte.
Circa la definizione “stati socialisti”, occorre precisare che per “stato socialista” o “repubblica popolare” si intende uno Stato governato da un solo partito politico (anche se formalmente può in alcuni casi apparire in colazione? che generalmente si definisce “comunista” (ma la definizione formale può variare anche in “partito operaio", “partito del lavoro” “partito socialista unificato” ecc. ecc. anche se, ovviamente la sostanza rimane la stessa: sempre comunista è) che afferma la sua lealtà ai princìpi del marxismo-leninismo e del socialismo in generale. 
Altri termini utilizzati per indicare una simile forma statuale sono “repubblica democratica” (meno usata per evitare confusioni con le repubbliche parlamentari), “democrazia popolare”, “repubblica democratica popolare”, “repubblica socialista”, “stato operaio”, “stato comunista”, "repubblica sovietica", mentre, nel loro insieme, queste nazioni, a livello europeo, sono state definite come "Paesi dell'Est" e questo sistema, è stato descritto anche come “socialismo reale” o “socialismo realizzato”. 
C’è da osservare che la definizione “stato socialista” può generare una certa confusione con altre forme di socialismo "non-marxista" o perlomeno "non-marxista-leninista", dove il “socialismo di stato” è considerato come il fine ultimo (come nei casi ad esempio del cosiddetto "socialismo arabo" o dei vari "socialismi nazionali" ecc. ecc., oppure oggi, ad es. – seppur in un contesto geopolitico e statuale particolare, caratteristico dell'America latina -  del “socialismo del XXI secolo” altrimenti definito "bolivarismo") nelle cosiddette “repubbliche popolari”, in ottemperanza al pensiero di Marx-Engels, il “socialismo” altro non è, appunto, che un passaggio intermedio verso il raggiungimento del “comunismo”, visto come fase finale del processo rivoluzionario nella quale finisce la divisione della società in classi sociali e lo Stato si estingue.
Nel XX secolo, vari partiti comunisti fondati sull'analisi marxista-leninista hanno istituito governi in diverse nazioni, ma la storia di questi “stati socialisti” degli è spesso strettamente legata a quella dei governi della sinistra non-comunista come alla storia del movimento comunista in generale.
Com’è noto la Rivoluzione d'Ottobre russa del 1917, diede vita all'Unione Sovietica, un modello di Stato totalitario guidato da un partito unico, cioè da un partito comunista d’ispirazione ideologica poi definita “marxista-leninista” cioè del marxismo secondo l’interpretazione teorico-pratica di  Vladimir Il'ič  Lenin capo del partito comunista bolscevico russo e maggior artefice della rivoluzione, ma è da notare che, coeve e critiche del leninismo, vi furono altre importanti interpretazioni - sia “da sinistra che “da destra” (sinistra socialdemocratica) - del pensiero marxista come da parte di Rosa Luxemburg, Anton Pannekoek, Amadeo Bordiga - quest’ultimi inseribili nel filone della cosiddetta “sinistra comunista” - , ecc. come ad es. nel primo caso, mentre nel secondo caso (sinistre socialiste e socialdemocratiche) citiamo, per tutti, ma ne potremmo citare altre, l’esperienza austromarxista di Max Adler, Viktor Adler, Otto Bauer e Karl Renner.
Storicamente questo sistema politico, basato su un'economia centralizzata e pianificata, caratterizzato dal divieto della proprietà privata e dal controllo monopolistico da parte dello Stato del commercio internazionale (anche se i princìpi base dell'economia socialista sono stati nel tempo, in varie forme, modificati e recentemente abbandonati a favore di un graduale adeguamento ai princìpi del libero mercato) dal 1918 in poi, ma soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale,  in seguito all’azione dei vari partiti comunisti filosovietici (dal 1919 riuniti e guidati  dai bolscevichi nella nell’Internazionale Comunista, Comintern, detta anche Terza Internazionale, sciolta ufficialmente da Stalin nel 1943, ma sostituita a livello europeo nel 1947 dal Cominform a sua volta chiuso nel 1956) trovò  successivamente, modelli imitativi  in Europa ed in varie parti del mondo, ciò nella maggior parte dei casi e salvo poche eccezioni fino alla disintegrazione della struttura sociale e del sistema politico-economico dell'Unione Sovietica avvenuto fra il 19 gennaio 1990 e il 31 dicembre 1991, che portò alla scomparsa, all'indipendenza delle repubbliche sovietiche ed alla formazione dei cosiddetti “stati post-sovietici”.
Infatti dopo la Rivoluzione leninista del 1917 un'ondata rivoluzionaria caratterizzata da rivoluzioni comuniste, sollevazioni o tentativi insurrezionali avvenne in diverse nazioni europee, comunque i bolscevichi sovietici, non furono in grado di fornire un aiuto significativo ai movimenti comunisti attivi al di fuori della Russia perché impegnati dal 1918 al 1923 con la vittoriosa Armata Rossa di Lev Trockij nella guerra civile contro le varie eterogenee Armate Bianche (composte da: monarchici, reazionari, conservatori, democratici, indipendentisti, ecc.) sostenute da forze militari esterne (soprattutto Francia, Grecia, Italia, Giappone, Romania, Serbia, Regno Unito, Stati Uniti ecc.) e spesso contro anche alcune forze ostili della sinistra non-bolscevica come alcune frazioni socialdemocratiche, socialrivoluzionarie ed anarchiche.
Alla fine, solo poche rivoluzioni, al di fuori della russa furono in quel periodo in grado di rovesciare il governo e prendere, ma solo per breve tempo, il potere come in Europa nei casi della Repubblica Socialista Finlandese dei Lavoratori (o Repubblica democratica finlandese,  Suomen kansanvaltainen tasavalta,  gennaio 1918–aprile 1918) operante solo nella Finlandia meridionale, della Repubblica Sovietica Bavarese o Repubblica bavarese dei Consigli (Bayerische Räterepublik, novembre 1918-3 maggio 1919), della Repubblica Sovietica Slovacca (1918–1919), della Repubblica Sovietica Ungherese (o Repubblica dei Consigli, Magyarországi Tanácsköztársaság) del 1919, mentre in Asia venne fondata l’effimera Repubblica Socialista Sovietica Persiana nota anche come Repubblica Sovietica di Gilan (جمهوری شوروی سوسیالیستی گیلان‎‎ giugno 1920–settembre 1921). Queste repubbliche socialiste vennero rapidamente sopraffatte ed abolite dai loro avversari, e con la sconfitta dell'Armata Rossa nella guerra russo-polacca del 1920, i comunisti russi furono costretti ad abbandonare qualsiasi progetto di aiuto militare ai movimenti comunisti ed operai in Europa. In  questa fase, a parte la Repubblica Popolare di Tuva (1921-1944) poi inglobata nell’Urss, l’unico e non effimero stato satellite dell'Unione Sovietica si ebbe sempre in Asia nel 1924 con la Mongolia (già protettorato dell'Impero Russo dal 1912 al 1919) che durante la guerra civile russa cadde sotto controllo cinese e poi nel 1921, momentaneamente, sotto quello dell’Armata Bianca dei monarchici russi, ma venne sconfitta nello stesso anno dall'Armata Rossa. La Mongolia non venne assorbita nell'Unione Sovietica, ma venne ribattezzata Repubblica Popolare Mongola (1924–1992) sotto la guida del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo.
Dal 1924 fino alla Seconda Guerra Mondiale, non avvennero rivoluzioni comuniste di successo, e nessun altro “stato socialista” venne fondato. Dopo la morte di Lenin e l’avvento di Stalin, battuta la tesi trotskista sulla "rivoluzione permanente",  l'obiettivo principale del Pcus e dei partiti comunisti obbedienti alla Terza Internazionale comunista fu innanzitutto la difesa dell’Urss, impegnata nel processo di costruzione del “socialismo in un solo Paese” e della sua politica estera: al congresso del Partito Comunista Sovietico del 1937 il segretario Iosif Stalin, successore di Lenin alla guida dell’Urss, poteva con soddisfazione affermare che 1/6 dell’umanità era e restava solidamente sotto la guida del partito comunista.
Come già accennato prima, nel mondo, la maggior parte degli “stati socialisti” vennero fondati nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale in Europa orientale, o in paesi che vennero occupati dall'Armata Rossa, oppure in paesi dove la resistenza partigiana comunista riuscì, a guerra finita, a prendere autonomamente e direttamente  il potere, come avvenne ad es. in Jugoslavia (Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia 1945-1992 guidata dalla Lega dei Comunisti di Jugoslavia ed in Albania (Repubblica Popolare Socialista d'Albania  1946-1991 guidata Partito del Lavoro d'Albania), due stati socialisti che successivamente per motivi diversi (se non opposti) si distaccarono dall'obbedienza all’Urss.
L'Armata Rossa preparò la strada per l'istituzione di governi comunisti in Polonia (Repubblica Popolare di Polonia 1944–1989 guidata dal Partito Operaio Unificato Polacco), Bulgaria (Repubblica Popolare di Bulgaria 1946–1990 guidata dal Partito Comunista Bulgaro), Romania (Repubblica Socialista di Romania 1947-1989 guidata dal Partito dei Lavoratori Rumeno, poi dal 1965 Partito Comunista Rumeno), Cecoslovacchia (Repubblica Socialista Cecoslovacca 1948–1990 guidata dal Partito Comunista di Cecoslovacchia), Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca 1949–1990 guidata dal Partito Socialista Unificato di Germania), e Ungheria (Repubblica Popolare d'Ungheria 1949–1989 guidata dal Partito dei Lavoratori Ungheresi, dal 1956 rinominato Partito Socialista Operaio Ungherese). Questi paesi socialisti europei, spesso all'esterno definiti “paesi satelliti” dell'URSS,  vennero da essa organizzati militarmente nel “Patto di Varsavia” (1955-1991) ed a livello economico e commerciale nel “Consiglio di mutua assistenza economica” COMECON (1949-1991). Riguardo al Comecon c’è da notare che verso la fine degli anni Cinquanta, altri stati governati da partiti comunisti (Repubblica Popolare cinese, la Corea del Nord, la Mongolia, il Vietnam e la Jugoslavia) furono invitati a partecipare come osservatori nelle riunioni del Comecon, fra questi la Mongolia e il Vietnam, e poi Cuba,  divennero in seguito membri effettivi, mentre la Cina smise di partecipare alle sessioni dopo il 1961; la Jugoslavia negoziò una specie di status associato nell'organizzazione, specificato nell'accordo del 1964, infine dal '68 in poi vari “paesi socialisti” del “terzo mondo” (che nel contempo ricevevano anche assistenza militare da parte del “Patto di Varsavia”) parteciparono al Comecon in veste di osservatori.
In Asia orientale il Partito Comunista Cinese di Mao Zedong emerse vittorioso al termine di una lunghissima guerra civile (non sempre pienamente appoggiato nelle sue scelte ed aiutato dall’Urss), durata tra alterne fasi dal 1927 al 1950, e fondò la Repubblica Popolare Cinese nel 1949, mentre nel nord della Corea, l'Armata Rossa, entrata nel 1945 in guerra contro il Giappone, fondò dal 1948 uno Stato socialista, Repubblica Popolare Democratica di Corea guidata dal Partito del Lavoro di Corea capeggiato da Kim Il Sung.
La prima guerra d'Indocina portò, sotto la guida del leader comunista Ho Chi Minh, alla sconfitta della Francia nel 1954 ed alla fondazione nel Vietnam settentrionale della Repubblica Democratica del Vietnam e la successiva guerra del Vietnam si concluse con la sconfitta americana e con la conquista del Vietnam del Sud da parte dell'esercito nord-vietnamita e la fondazione di un'unica Repubblica Socialista del Vietnam nel 1975.
Sempre nel 1975 il conflitto in Indocina vide inoltre i comunisti prendere il potere nel Laos dove sotto la guida Partito Rivoluzionario del Popolo Lao fu fondata Repubblica Popolare Democratica del Laos e nella Cambogia, il nuovo governo dei Khmer Rossi diede vita alla  "Kampuchea Democratica" che cadde durante un'invasione dei vietnamiti (che insieme ai loro seguaci cambogiani fondarono la nuova Repubblica Popolare di Kampuchea guidata dal filo-vietnamita Partito Rivoluzionario del Popolo Kampucheano), da allora lo sconfitto governo dei Khmer Rossi operò in zone periferiche del Paese e fu bandito dal Vietnam e dai suoi alleati comunisti ottenendo soltanto il sostegno della Cina post-maoista. 
Infine un caso particolare fu quello dell’isolazionista Birmania (oggi Myanmar) guidata dal 1962-1988 dal Partito del Programma Socialista della Birmania del gen. Ne Win, fautore di una “via birmana al socialismo” che ideologicamente fondeva teorie buddiste e marxiste.
Nel Continente americano, la Rivoluzione castrista in seguito all’unione delle forze rivoluzionarie, che combatterono la dittatura batistiana, (Movimento del 26 luglio, Partito Socialista Popolare, Direttorio Rivoluzionario 13 marzo) diede origine in Cuba al primo Stato socialista dell'emisfero occidentale sotto la guida del Partito Unitario della Rivoluzione Socialista di Cuba e poi dal 1965 denominatosi Partito Comunista di Cuba. 
Riguardo a questo continente c’è comunque da notare che, a parte l’effimera Repubblica Socialista del Cile del 1932 (vd.      ), si sono poi verificate importanti esperienze di tipo socialista che seppur non tutte direttamente assimilabili al modello marxista-leninista ne sono state in alcuni casi anche molto vicine: in Guyana con Cheddi Jagan leader del marxista-leninista People's Progressive Party e poi con il governo di Forest Burnham che a capo del The People's National Congress (PNC) istituì la Repubblica Cooperativa di Guyana;  nel vicino Suriname quando il 25 febbraio del 1980 un colpo di Stato militare guidato da Dési Bouterse proclama la creazione di una repubblica socialista che terminerà con le elezioni del 1991; nel governo della Giamaica (1972-1980) guidato da Michael Manley, leader del People's National Party; nella Grenada del Governo Rivoluzionario Popolare (1979 - 1983) capeggiato da Maurice Bishop, leader del New Jewel Movement; nel  governo rivoluzionario del Nicaragua sandinista (1979-1990) il cui leader Daniel Ortega, sempre a capo del  Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, è tornato al potere con le elezioni presidenziali del 2006; e come del resto nella passata esperienza del governo (1970-1973) di Salvador Allende, capo dell' Unidad Popular cilena.
Riguardo ai paesi arabi o meno di prevalente o totale cultura islamica notiamo che, al di là delle varie storiche esperienze di sinistra (“socialismo arabo” o “socialismo islamico” – nazionalismo panarabista+marxismo – quali ad es. il nasserismo,  ed il baathismo ed altre peculiari esperienze di stampo socialista) che coinvolsero vari Paesi (Egitto, Siria, Iraq, Algeria, Libia, Sudan ecc.)  anche lì si ebbero due esperienze di netto stampo marxista-leninista: una guerra civile portò nel 1969 nello Yemen del Sud alla costituzione della Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, mentre Afghanistan nel 1978 un colpo di stato militare ispirato dai comunisti del Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), rovesciò il governo di Mohammed Da'ud Khane e diede vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan 1978–1992 inizialmente governata dal leader del partito, Nur Mohammad Taraki, ma solo inizialmente, poiché in seguito si sviluppò una scissione nel partito, divisosi nelle correnti Parcham e Khalq, in combattimento fra loro, cosa che provocò l’intervento diretto sovietico in quel Paese.
In Africa, al di là delle esperienze  di stati ispirati al “socialismo africano” anticapitalista ed antimperialista seguite alla decolonizzazione (l'Ujamaa tanzaniano di Julius Nyerere, l'umanesimo zambiano di Kenneth Kaunda, il coscienzismo del ghanese Kwame Nkrumah, la Guinea di Ahmed Sékou Touré, la Guinea-Bissau di Amilcar Cabral, ecc. ecc.) si affermarono, dalla fine degli anni ’60 in poi veri e propri regimi comunisti filosovietici autodefinitisi e considerati marxisti-leninisti che per molti anni, furono al potere come nella Somalia di Siad Barre  (Repubblica Democratica Somala, 1969-1991 guidata dal 1969 al 1976 da un Consiglio Rivoluzionario Supremo trasformatosi nel giugno 1976 in Partito Socialista Rivoluzionario Somalo), nel Congo Brazzaville di Marien Ngouabi (Repubblica Popolare del Congo, 1969-1992 guidata dal Partito Congolese del Lavoro), nel Mozambico di Samora Machel (Repubblica Popolare del Mozambico 1975-1990 guidata dal Fronte di Liberazione del Mozambico, FRELIMO), nell’Angola di Agostinho Neto (Repubblica Popolare dell'Angola, 1975-1992 guidata Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola) , nel Benin di Mathieu Kérékou (Repubblica Popolare del Benin, 1975-1990 guidata dal Partito della Rivoluzione Popolare del Benin, PRPB), nel  Madagascar di Didier Ratsiraka (Repubblica democratica del Madagascar 1975-1992 guidata dall’Avanguardia della Rivoluzione, AREMA), nell’Etiopia di Mènghistu Hailè Mariàm (Repubblica Popolare Democratica d'Etiopia, 1987-1991 guidata dal Partito dei Lavoratori d'Etiopia), mentre fra “socialismo africano” e marxismo-leninismo è collocabile l’originale esperienza rivoluzionaria (4 agosto 1984- 15 ottobre del 1987) di respiro panafricano promossa da Thomas Sankara nel da lui creato Burkina Faso (ex-Alto Volta) sotto la guida Faso sotto la guida del Consiglio Nazionale per la Rivoluzione, CNR sostenuto Comitati popolari di Difesa della Rivoluzione, CDR. Un caso a parte quello delle isole Seychelles dove  France-Albert René nel 1977 con un colpo di stato dichiarò la condizione di stato unipartitico socialista sostenuto dall'Unione Sovietica, tale condizione terminò nel 1991 con lo scioglimento dell'Unione Sovietica stessa.
Altri governi marxisti-leninisti istituiti in paesi in via di sviluppo, ebbero vita molto breve (Sudan, Gambia, Liberia, Ghana, ecc.) e non staremo qui a soffermarsi su queste effimere esperienze.
Da notare che nel corso del tempo ci furono, per questioni ideologiche e politiche, anche moltissimi contrasti sia all’interno dei paesi socialisti e fra alcuni di essi e l’Urss  (eliminazione staliniana delle dissidenze nel PCUS a partire da quella trotskista (l’espulso ed esiliato Trotski, prima di essere assassinato in Messico, fondò con i suoi seguaci una Quarta Internazionale), scomunica staliniana della Jugoslavia di Tito nel 1948, ricompostasi solo nel 1956la Rivolta ungherese del 1956, lo scisma maoista cinese – ufficializzato nel 1964 –  appoggiato e seguito poi da quello dell’Albania di Enver Hoxha, ed avvenuto a causa del processo di destalinizzazione e di coesistenza pacifica e competizione con l’Occidente avviato dal segretario del PCUS Kruscev e respinto sia dai cinesi che dagli albanesi – l’Urss di Gorbaciov e la Repubblica Popolare Cinese poi si riconcilieranno solo nel 1989 - la Primavera di Praga del 1968, ecc.) ed anche conflitti armati interni tra fazioni comuniste (Yemen del Sud 1986, Afghanistan 1979) come fra "stati socialisti": ad es. i brevi scontri di confine tra Cina e URSS nel 1969 sui fiumi Amur ed Ussuri, la guerra tra Somalia ed Etiopia per l'Ogaden nel 1978 (dopo un inutile tentativo di mediazione, l'URSS decise di prendere militarmente le parti dell'Etiopia insieme a Cuba, Yemen del Sud, la Corea del Nord e Germania Est mentre la Cina a causa della rivalità cino-sovietica, sostenne diplomaticamente e con aiuti militari la Somalia di Siad Barre che mantenne buoni rapporti diplomatici con la Romania di Nicolae Ceauşescu, avvicinandosi successivamente agli Usa), la guerra sempre del 1978 tra la Cambogia dei Khmer rossi e Vietnam,  la breve Guerra Cino-Vietnamita, svoltasi a seguito degli eventi di Cambogia fra il 17 febbraio al 16 marzo 1979, ecc.
Anche se nei primi anni Ottanta, quasi 1/3 della popolazione mondiale era governato da regimi comunisti, tuttavia a causa di problemi economici interni, impedimenti esterni, e pressioni per le riforme, la stessa Urss , dopo varie e diverse esperienze “difformi” di alcuni suoi “paesi satelliti” (soprattutto Polonia e Romania), stava diventando,  sempre più instabile. Alla fine degli anni 1980, le popolazioni dell'Europa orientale iniziarono a sollevarsi contro i propri governi, e nel 1991, l'Unione Sovietica, anche per cause di logoramento interno (crisi economica, movimenti indipendentistici, ecc.) e per il riflesso di cause esterne (non ultima l’insostenibile corsa al riarmo promossa dagli Usa), collassò. Nessuno dei governi comunisti dell'Europa orientale sopravvisse agli eventi, mentre alcuni governi di “paesi satelliti” filosovietici del terzo mondo sopravvissero per qualche anno ancora come l’Afghanistan, Mongolia, Congo Brazzaville, Angola.
Al momento del crollo dell’Urss rimanevano, e rimangono tutt’oggi, sotto la guida di un partito comunista come partito unico l’immensa  e popolosa Repubblica Popolare Cinese, il Vietnam, il Laos, la Corea del Nord e Cuba, ma il contesto economico promosso al loro interno (apertura, seppur controllata dal partito, alla proprietà privata ed all’economia di mercato) in cui operano oggi i primi tre (Cina, ed anche “nel loro piccolo” Vietnam e Laos) è praticamente molto lontano dai canoni classici del marxismo-leninismo, mentre nella “dinastica” Corea del Nord, seppur inibita all’economia di mercato, con la sempre maggiore importanza ideologia “Juche”, a suo tempo teorizzata da Kim Il Sung come interpretazione coreana del marxismo-leninismo ed oggi in primo piano, gli aspetti nazionalisti ed isolazionisti sembrano prevalere su quelli di tipo marxista-leninista.
Paradossalmente proprio oggi che il comunismo, nella forma di “socialismo realizzato”,a livello Stato sembrava ormai scomparso si assiste in giro per il mondo ad una eccezionale fioritura di partiti comunisti di varia tendenza che hanno già da alcuni anni dato vita a conferenze internazionali di tipo permanente come:  
1. l’ International Meeting of Communist and Workers' Parties (IMCWP) che raduna dal 1998 i  partiti comunisti “ufficiali” , soprattutto ex-filosovietici, ma non solo visto che ai Meetings partecipa anche il Partito Comunista Cinese, cosa impensabile un tempo;  
2. l’International Conference of Marxist–Leninist Parties and Organizations (“International Newsletter”) or International Conference of Marxist-Leninist Parties and Organizations ICMLPO (che raduna i  partiti comunisti che si richiamano al maoismo  della Rivoluzione cultura cinese); 
3. l’International Conference of Marxist–Leninist Parties and Organizations (“Unity & Struggle”) or International Conference of Marxist-Leninist Parties and Organizations (che raduna i  partiti comunisti che si richiamano all’ hoxhaismo cioè alle posizioni di "stalinismo classico" del decaduto Partito del Lavoro d'Albania che, ricordiamolo, nel 1978 ruppe il sodalizio col Partito Comunista Cinese dandosi una rappresentazione internazionale propria); 
4. il Revolutionary Internationalist Movement; e dal 2010 l’International Coordination of Revolutionary Parties and Organizations – Icor, tutto ciò senza menzionare le organizzazioni internazionali nate dalle varie scissioni della Quarta Internazionale trotskista. 
Ma su queste nuove "internazionali comuniste" forse avremo occasione di soffermarsi in seguito, fatto sta che alcuni di questi partiti comunisti partecipano oggi alle coalizioni di governi di sinistra  in Paesi non definibili "paesi socialisti" nel senso suddetto come: Argentina,  Bangladesh,  Brasile, Cile,  Ecuador, Grecia, Nepal, Palestina, Perù, Sud Africa, Siria, Uruguay, Venezuela, ecc.


     
                                                                                          
                   Carlo Onofrio Gori

Prof. Carlo Gori   Professor Carlo O. Gori 
Prof. Dr. Carlo Onofrio Gori




Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.






















































P.S.

Per completezza d'informazione mi sembra giusto, anche perché mi appare sostanzialmente corretta soprattutto nelle statistiche informative (invece sulle valutazioni storiche avrei qualcosa da correggere e(o integrare) aggiungere e citare qui, riproducendola integralmente (salvo lievi modifiche di form a grafica), la voce "Stato socialista" così come appare poco dopo questa data del post su wikipedia.it