giovedì 20 dicembre 2012

Carlo O. Gori. Risorgimento e dintorni. Anniversari: Gugliemo Oberdan


Guglielmo Oberdan (1858-1882)

Il 20 dicembre 1882, in un forte triestino, moriva impiccato per mano degli austriaci Guglielmo Oberdan.
Wilhelm Oberdank era figlio illegittimo di Josepha Maria Oberdank, una slovena di Gorizia e di Valentino Falcier un soldato veneto arruolato nell'esercito austro-ungarico. Wilhelm, nato a Trieste l'1 febbraio 1858 venne, nel perbenismo del tempo, bollato come "figlio illegittimo" quando Josepha Maria fu abbandonata prima del matrimonio dal  Falcier  e si si sposò  poi  con un altro uomo che non riconobbe il ragazzo.
Wilhelm Oberdank mantenne pertanto il cognome della madre che poi, per rivendicare la propria italianità, muterà insieme al  nome,  in "Guglielmo Oberdan".
Oberdan si  mise  in luce nelle attività scolastiche e nel 1877 poté iscriversi in ingegneria al Politecnico di Vienna grazie ad una borsa di studio del Comune di Trieste.
Il giovane che univa in sé la fierezza ribelle slava ereditata dalla madre all' entusiasmo italiano ereditato dal padre, per non essere reclutato per  alla campagna militare dell’Impero austroungarico volta all’ occupazione della Bosnia, al momento della chiamata alle armi, decise di disertare e  abbandonò Vienna.
Sostenuto da alcune organizzazioni patriottiche italiane fuggì dal territorio austriaco riparando in  Italia.
Giunse a Roma dove, per completare gli studi,  poté iscriversi a  quella università venendo a contatto con giovani dei suoi stessi sentimenti, ma all'ultimo anno fu però costretto ad interromperli poiché il sussidio assegnatogli dallo Stato italiano gli venne revocato a causa delle sue opinioni troppo "rivoluzionarie".
Nel 1882 la morte di Giuseppe Garibaldi, e il conseguente scoraggiamento degli esuli che avevano riposto nel Generale le loro speranze, spinse Oberdan, influenzato anche dall'ideologia diffusa in quel tempo fra alcuni strati della giovane borghesia progressista europea, ed in particolare fra i populisti russi, ad organizzare un attentato contro l'imperatore. Francesco Giuseppe
Insieme ad altri irredentisti come l'istriano Donato Ragosa, con cui si era sempre mantenuto in contatto,  decise di compere l’attentato quando Francesco Giuseppe avrebbe visitato Trieste nella ricorrenza dei 500 anni (dal 1382) i permanenza della città sotto la sovranità dell'Impero austriaco.
In seguito alla segnalazione di un messo comunale, che si accorse del suo ingresso clandestino in territorio austriaco nei pressi di Versa, venne arrestato a Ronchi prima che l'attentato potesse compiersi.
Sottoposto a interrogatori finì per confessare e venne quindi condannato a morte dalla giustizia austriaca per diserzione e cospirazione.
Né la domanda di grazia sporta dalla madre, né l'intercessione presso l'imperatore e di noti grandi poeti del tempo, come Victor Hugo e Giosuè Carducci, valsero a salvargli la vita.
Fu impiccato a Trieste il 20 dicembre 1882 e morì gridando: "Viva l'Italia! Viva Trieste Libera! Fuori lo straniero!".
II suo sacrificio fece divampare in tutta Italia, ormai da anni indipendente e dove  il ricordo delle terre venete ancora soggette all'Austria, era sembrato fino ad allora  affievolirsi. un largo e generoso movimento irredentista, che il governo, legato nella Triplice Alleanza con l’Austria e la Germania, cercò invano di reprimere.
Giosuè Carducci, per commemorarlo, pubblicò sul “Resto del Carlino” un'epigrafe in suo onore, che fu successivamente incisa su una lapide: "In memoria XX dicembre 1882, Guglielmo Oberdan, morto santamente per l'Italia, terrore, ammonimento, rimprovero, ai tiranni di fuori, ai vigliacchi di dentro. Giosuè Carducci XX dicembre 1907".

                                                                         

                                     


                               Carlo Onofrio Gori








vd. anche:http://goriblogstoria.blogspot.it/ 

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