"Ottobre" (1979), vita effimera di un altro quotidiano della sinistra.
Ieri, forse ancor più d'oggi che possiamo usufruire anche delle risorse offerte dal web, fare uscire un quotidiano "stampato su carta" non è certo impresa facile. In Italia nel 1979 nel campo dell'informazione avvenne un fenomeno curioso: ben cinque quotidiani ("Il Manifesto", "Lotta continua" "Quotidiano dei lavoratori", "La Sinistra" e "Ottobre") si proposero di rappresentare l'area politica a sinistra del Partito Comunista Italiano. Non era mai successo prima, né succederà dopo. Continuo qui a soffermarmi nell'analisi di uno di questi quotidiani riprendendo un uno miei scritti apparsi in un libro pubblicato nel 1998 (vd. sotto).
Ieri, forse ancor più d'oggi che possiamo usufruire anche delle risorse offerte dal web, fare uscire un quotidiano "stampato su carta" non è certo impresa facile. In Italia nel 1979 nel campo dell'informazione avvenne un fenomeno curioso: ben cinque quotidiani ("Il Manifesto", "Lotta continua" "Quotidiano dei lavoratori", "La Sinistra" e "Ottobre") si proposero di rappresentare l'area politica a sinistra del Partito Comunista Italiano. Non era mai successo prima, né succederà dopo. Continuo qui a soffermarmi nell'analisi di uno di questi quotidiani riprendendo un uno miei scritti apparsi in un libro pubblicato nel 1998 (vd. sotto).
Successivamente darò conto anche delle altre pubblicazioni quotidiane rammentate sopra.
"Col sottotitolo quotidiano comunista, il quotidiano "Ottobre" esce a Firenze il 21 gennaio 1979 per le Edizioni Gramsci del Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) il cui organo ufficiale resta il settimanale “Nuova unità” pubblicato dal 1964 come foglio del Movimento marxista-leninista italiano.
(C.O.G.)
Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.
Attilio Mangano, Le Riviste degli Anni Settanta: gruppi, movimenti e conflitti sociali, a cura di Giorgio Lima (e con la collaborazione di Valerio Bartoloni, Berlinghiero Nuonarrori, Maria Letizia Borelli, Daniele Briganti, Roberto Costa, Giuseppe De Masi, Fabrizia Fagnani, Diego Giachetti, Carlo Onofrio Gori, Lucia Innocenti, Roberto Massari, Roberto Niccolai, Sara Pampaloni, Giorgio Sacchetti, Antonio Schina, Massimo Varengo), Bolsena-Pistoia, Massari editore-CDP Pistoia, 1998.
"La Sinistra": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/carlo-o-gori-sessantotto-e-dintorni.html
"Ottobre": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/ottobre-vita-eff-ieri-forse-ancor-piu.html
"Quotidiano dei lavoratori": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/03/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html
"Lotta continua": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/05/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html
"Col sottotitolo quotidiano comunista, il quotidiano "Ottobre" esce a Firenze il 21 gennaio 1979 per le Edizioni Gramsci del Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) il cui organo ufficiale resta il settimanale “Nuova unità” pubblicato dal 1964 come foglio del Movimento marxista-leninista italiano.
Il quotidiano "Ottobre", preparato dal PCdI (m-l) per mesi nella massima
segretezza, con la previsione di 35 mila copie, ma solo di prima tiratura,
precede di poco l'uscita del quotidiano “La Sinistra”, promosso dal Movimento Lavoratori per
il Socialismo.
Le due pubblicazioni, che avranno vita effimera, si aggiungono in quell'anno al “Manifesto”, “Lotta Continua” e “Quotidiano dei lavoratori”.
Si tratta, quindi, di ben cinque quotidiani, agli inizi del 1979, (mentre nella stampa quotidiana italiana è presente il problema della concentrazione delle testate) a coprire un' area di estrema sinistra di circa 600 mila voti.
Le due pubblicazioni, che avranno vita effimera, si aggiungono in quell'anno al “Manifesto”, “Lotta Continua” e “Quotidiano dei lavoratori”.
Si tratta, quindi, di ben cinque quotidiani, agli inizi del 1979, (mentre nella stampa quotidiana italiana è presente il problema della concentrazione delle testate) a coprire un' area di estrema sinistra di circa 600 mila voti.
Per comprendere l'operazione editoriale
di "Ottobre" occorre premettere che il PCd'I (m-l) era nato a Livorno nel 1966 primo erede "partitico" (in seguito a varie scissioni sorgeranno in seguito tanti altri partiti di ispirazione "emme-elle") della dissidenza marxista-leninista italiana sorta in seno al PCI nei primi anni
sessanta sulla base della critica alla kruscioviana "destalinizzazione" in URSS, ed alla conseguente "via
italiana al socialismo" del PCI. Entusiasta ed incondizionata l'adesione del PCd'I (m-l) alle posizioni del Partito Comunista Cinese in difesa di Stalin ed alle tesi maoiste finalizzate a dar vita ad un nuovo e rivoluzionario movimento comunista internazionale teso a superare il cosiddetto
"revisionismo" del PCUS sovietico.
Il PCd'l (m-l), anche in seguito al riconoscimento del Partito Comunista Cinese
e del Partito del Lavoro di Albania, aveva registrato una notevole espansione fra
il '66 e il '68 ottenendo sempre più adesioni, stimate in diverse migliaia, non
solo nella componente dei fondatori, vecchi militanti comunisti di orientamento
stalinista, ma anche tra i quadri del nuovo movimento studentesco affascinati
dall'esperienza maoista della rivoluzione culturale cinese.
Nell'autunno 1968
veniva tuttavia rapidamente eroso da una lunga serie di scissioni che nel 1972
riducevano i superstiti, capeggiati da Fosco Dinucci (già definiti dagli
avversari "linea nera"), a dimensioni trascurabili. Dopo la crisi
cinese del 1976 ed il processo alla "banda dei quattro" il partito si era
allontanato anche dal maoismo, condannando, in sintonia col partito albanese,
sia il nuovo gruppo dirigente cinese sia lo stesso Mao e la rivoluzione
culturale.
Nel 1979 il PCd'I (m-l) aveva quindi sostanzialmente riacquisito la sua originaria
fisionomia di gruppo stalinista riscoprendo anche un certo filo-sovietismo, in
coincidenza con un rinnovato protagonismo internazionale dell'Urss brezneviana dopo
la sconfitta degli Usa in Vietnam nel 1975.
Nell'editoriale di apertura il
responsabile Mario Geymonat scrive, infatti, che il quotidiano, autofinanziato,
nasce per riaffermare la « ... fiducia nella validità del marxismo-leninismo,
della Rivoluzione d'Ottobre e della esperienza fondamentale dell' edificazione
socialista nell'Unione Sovietica di Lenin e di Stalin ... » e si propone di
ottenere adesioni sia fra i compagni «del periodo della lotta clandestina e
della lotta armata che sono ancora nel PCI, ma nelle fabbriche e nelle sezioni
e non certo nei centri del sottogoverno, ... compagni ... a cui si riferiscono
anche oggi numerosi giovani comunisti che si battono contro il cosiddetto
"eurocomunismo", una forma aberrante di revisionismo ... » sia fra «
... i compagni ... che hanno vissuto il periodo ...della lotta revisionista
degli anni sessanta e settanta
cercando un sostegno alle loro posizioni di principio anti-kruscioviane nella rivoluzione
culturale cinese e nel pensiero di Mao Tse Tung ... e che con chiarezza leninista
e profondo senso .autocritico si oppongono oggi con coraggio alle teorie aberranti
dei revisionisti di Pechino ... a loro chiediamo di collaborare con noi... per
testimoniare l'impegno di lotta delle masse, per far conoscere i successi della
lotta all'imperialismo ed al revisionismo in Italia e in tutto il mondo».
Compongono, infatti, la redazione
anche non iscritti al PCd'I (m-l), quindi il quotidiano, pur avendo un taglio militante
e di un certo rigore ideologico, non si propone come organo di partito sia nella
veste che nei contenuti. Formato tabloid, dodici pagine, ma prevalentemente otto:
nelle pagine iniziali notizie e commenti sui fatti più rilevanti, nelle
successive corrispondenze di lotte e fatti di costume, nelle pagine centrali
articoli di carattere storico-ideologico, le due pagine di chiusura dedicate
agli esteri. Scarsissimi, sia i comunicati ufficiali del PCd 'I (m-l), sia gli attacchi
aperti, consueti nella stampa di questa area politica, alle altre formazioni di
estrema sinistra. Tutto ciò a conferma che "Ottobre" si rivolge sia al recupero
di consensi «superando individualismi e settarismi» fra i militanti - o gli ex
- della cosiddetta sinistra extraparlamentare a cui si chiede di «unificare il
loro contributo nella lotta ideologica e politica attiva per il leninismo, il materialismo
storico e dialettico», sia, soprattutto, a quell'area politica, interna al PCI,
scontenta della politica berlingueriana della solidarietà nazionale e dell'eurocomunismo
e preoccupata per il crescente distacco del partito da Mosca. Tutto ciò ingenerava non pochi dubbi
sull'effettivo auto finanziamento del quotidiano, vista anche l'esigua
consistenza del PCd'I (m-l) e la limitata diffusione di "Nuova unità", e faceva invece
pensare gli osservatori ad interessati finanziamenti sovietici - peraltro mai smentiti
con convinzione dal giornale - volti a creare turbati ve ai comunisti italiani in
vista del loro congresso.
Nel corso dei suoi trenta numeri
di vita, il quotidiano, in politica interna attacca i cedimenti sindacali e del
PCI verso il governo Andreotti e né chiede, nel momento della crisi politica,
de «un governo della sinistra senza la DC», condanna non solo il terrorismo di
stato, ma anche - e non solo in occasione dell'uccisione di Guido Rossa - il
terrorismo brigatista come «sradicato dalla realtà e da ogni processo storico
reale», mentre in politica estera, in occasione del breve, ma significativo
conflitto cino-vietnamita, appoggia incondizionatamente il Vietnam e condanna la
Cina di Deng «alleata degli Usa e del Giappone» e, sull' altro fatto rilevante
avvenuto nel periodo, cioè la caduta dello Scià in « Iran, pur appoggiando la
rivolta popolare, mette in guardia dalle teorie "medievali" del clero
sciita.
L'esperienza di "Ottobre" si
conclude repentinamente, dopo trenta numeri, per conflitti interni sulla linea
del quotidiano. Gli organismi dirigenti del PCd 'I, anche dalle pagine di Nuova
unità, richiamano all'ordine i militanti presenti nella redazione perché il giornale,
a loro avviso, andava troppo incontro, sia in politica interna che estera, alle
visioni «non coerentemente marxiste-leniniste» di vasti strati popolari ancora
troppo legati al PCI, i redattori membri del PCd'I non recedono dalle loro
posizioni ed il Centro del Partito decide di togliere il sostegno all'esperienza
di "Ottobre". In seguito, in relazione alla vicenda, verrà espulso A. Obino,
mentre saranno radiati, Flore, Longa e Raccis; la testata sarà utilizzata per
una rivista teorica, anch'essa di vita effimera, mentre il settimanale "Nuova
unità" seguirà tutte le successive vicissitudini del PCd'I (confluenza in Democrazia Proletaria,
espulsione, ingresso nel Partito della Rifondazione Comunista) per uscire tutt'
oggi saltuariamente come espressione dell'arca politica m-l."
Scheda bibliografica: OTTOBRE: quotidiano comunista. - A. 1, n. 1 (21 gen.
1979)-a. 1, n. 30 (25/26 feb.
1979). - Firenze: Edizioni Gramsci, 1979. - 43 cm
Quotidiano con irregolarità. - Dir. resp.: Mario Geymonat. 1
(1979).
(C.O.G.)
Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.
Pubblicato (pp. 259-260) in:
Attilio Mangano, Le Riviste degli Anni Settanta: gruppi, movimenti e conflitti sociali, a cura di Giorgio Lima (e con la collaborazione di Valerio Bartoloni, Berlinghiero Nuonarrori, Maria Letizia Borelli, Daniele Briganti, Roberto Costa, Giuseppe De Masi, Fabrizia Fagnani, Diego Giachetti, Carlo Onofrio Gori, Lucia Innocenti, Roberto Massari, Roberto Niccolai, Sara Pampaloni, Giorgio Sacchetti, Antonio Schina, Massimo Varengo), Bolsena-Pistoia, Massari editore-CDP Pistoia, 1998.
postato in questo periodo su Goriblogstoria vd.: http://goriblogstoria.blogspot.it/2012/12/co-gori-curiosita-storiche-toscana-un.html
Sessantotto e dintorni. Quotidiani. Post precedenti e successivi:
"La Sinistra": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/carlo-o-gori-sessantotto-e-dintorni.html
"Ottobre": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/ottobre-vita-eff-ieri-forse-ancor-piu.html
"Quotidiano dei lavoratori": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/03/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html
"Lotta continua": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/05/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html
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