domenica 23 dicembre 2012

Carlo O. Gori. Storia. Sessantotto e dintorni. Quotidiani. 4. "Ottobre" (1979)


"Ottobre" (1979), vita effimera di un altro quotidiano della sinistra.

Ieri, forse ancor più d'oggi che possiamo usufruire anche delle risorse offerte dal web, fare uscire un quotidiano "stampato su carta" non è certo impresa facile. In Italia nel 1979  nel campo dell'informazione  avvenne un fenomeno curioso:  ben cinque quotidiani ("Il Manifesto", "Lotta continua" "Quotidiano dei lavoratori", "La Sinistra" e "Ottobre") si proposero di rappresentare l'area politica a sinistra del Partito Comunista Italiano. Non era mai successo prima, né succederà dopo. Continuo qui a soffermarmi nell'analisi  di  uno  di questi quotidiani riprendendo un uno miei scritti apparsi in un libro pubblicato nel 1998 (vd. sotto).
Successivamente darò conto anche delle altre pubblicazioni quotidiane rammentate sopra.
"Col sottotitolo quotidiano comunista, il quotidiano "Ottobre" esce a Firenze il 21 gennaio 1979 per le Edizioni Gramsci del Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) il cui organo ufficiale resta il settimanale “Nuova unità” pubblicato dal 1964 come foglio del Movimento marxista-leninista italiano. 
Il quotidiano "Ottobre", preparato dal PCdI (m-l) per mesi nella massima segretezza, con la previsione di 35 mila copie, ma solo di prima tiratura, precede di poco l'uscita del quotidiano “La Sinistra”, promosso dal Movimento Lavoratori per il Socialismo. 
Le due pubblicazioni, che avranno vita effimera, si aggiungono in quell'anno al “Manifesto”, “Lotta Continua” e “Quotidiano dei lavoratori”. 
Si tratta, quindi, di ben cinque quotidiani, agli inizi del 1979, (mentre nella stampa quotidiana italiana è presente il problema della concentrazione delle testate) a coprire un' area di estrema sinistra di circa 600 mila voti.
Per comprendere l'operazione editoriale di "Ottobre" occorre premettere che il PCd'I (m-l) era nato a Livorno nel 1966 primo erede  "partitico" (in seguito a varie scissioni  sorgeranno in seguito tanti altri partiti di ispirazione "emme-elle") della dissidenza marxista-leninista italiana sorta in seno al PCI nei primi anni sessanta sulla base della critica alla kruscioviana "destalinizzazione" in URSS, ed alla conseguente "via italiana al socialismo" del PCI. Entusiasta ed incondizionata l'adesione del  PCd'I (m-l) alle posizioni del Partito Comunista Cinese in difesa di Stalin ed alle tesi maoiste finalizzate a dar vita ad un nuovo e rivoluzionario movimento comunista internazionale teso a superare il cosiddetto "revisionismo" del PCUS sovietico.
Il PCd'l (m-l), anche in seguito al riconoscimento del Partito Comunista Cinese e del Partito del Lavoro di Albania, aveva registrato una notevole espansione fra il '66 e il '68 ottenendo sempre più adesioni, stimate in diverse migliaia, non solo nella componente dei fondatori, vecchi militanti comunisti di orientamento stalinista, ma anche tra i quadri del nuovo movimento studentesco affascinati dall'esperienza maoista della rivoluzione culturale cinese. 
Nell'autunno 1968 veniva tuttavia rapidamente eroso da una lunga serie di scissioni che nel 1972 riducevano i superstiti, capeggiati da Fosco Dinucci (già definiti dagli avversari "linea nera"), a dimensioni trascurabili. Dopo la crisi cinese del 1976 ed il processo alla "banda dei quattro" il partito si era allontanato anche dal maoismo, condannando, in sintonia col partito albanese, sia il nuovo gruppo dirigente cinese sia lo stesso Mao e la rivoluzione culturale. 
Nel 1979 il PCd'I (m-l) aveva quindi sostanzialmente riacquisito la sua originaria fisionomia di gruppo stalinista riscoprendo anche un certo filo-sovietismo, in coincidenza con un rinnovato protagonismo internazionale dell'Urss brezneviana dopo la sconfitta degli Usa in Vietnam nel 1975. 
Nell'editoriale di apertura il responsabile Mario Geymonat scrive, infatti, che il quotidiano, autofinanziato, nasce per riaffermare la « ... fiducia nella validità del marxismo-leninismo, della Rivoluzione d'Ottobre e della esperienza fondamentale dell' edificazione socialista nell'Unione Sovietica di Lenin e di Stalin ... » e si propone di ottenere adesioni sia fra i compagni «del periodo della lotta clandestina e della lotta armata che sono ancora nel PCI, ma nelle fabbriche e nelle sezioni e non certo nei centri del sottogoverno, ... compagni ... a cui si riferiscono anche oggi numerosi giovani comunisti che si battono contro il cosiddetto "eurocomunismo", una forma aberrante di revisionismo ... » sia fra « ... i compagni ... che hanno vissuto il periodo ...della lotta revisionista degli            anni sessanta e settanta cercando un sostegno alle loro posizioni di principio anti-kruscioviane nella rivoluzione culturale cinese e nel pensiero di Mao Tse Tung ... e che con chiarezza leninista e profondo senso .autocritico si oppongono oggi con coraggio alle teorie aberranti dei revisionisti di Pechino ... a loro chiediamo di collaborare con noi... per testimoniare l'impegno di lotta delle masse, per far conoscere i successi della lotta all'imperialismo ed al revisionismo in Italia e in tutto il mondo».
Compongono, infatti, la redazione anche non iscritti al PCd'I (m-l), quindi il quotidiano, pur avendo un taglio militante e di un certo rigore ideologico, non si propone come organo di partito sia nella veste che nei contenuti. Formato tabloid, dodici pagine, ma prevalentemente otto: nelle pagine iniziali notizie e commenti sui fatti più rilevanti, nelle successive corrispondenze di lotte e fatti di costume, nelle pagine centrali articoli di carattere storico-ideologico, le due pagine di chiusura dedicate agli esteri. Scarsissimi, sia i comunicati ufficiali del PCd 'I (m-l), sia gli attacchi aperti, consueti nella stampa di questa area politica, alle altre formazioni di estrema sinistra. Tutto ciò a conferma che "Ottobre" si rivolge sia al recupero di consensi «superando individualismi e settarismi» fra i militanti - o gli ex - della cosiddetta sinistra extraparlamentare a cui si chiede di «unificare il loro contributo nella lotta ideologica e politica attiva per il leninismo, il materialismo storico e dialettico», sia, soprattutto, a quell'area politica, interna al PCI, scontenta della politica berlingueriana della solidarietà nazionale e dell'eurocomunismo e preoccupata per il crescente distacco del partito da Mosca. Tutto ciò ingenerava non pochi dubbi sull'effettivo auto finanziamento del quotidiano, vista anche l'esigua consistenza del PCd'I (m-l) e la limitata diffusione di "Nuova unità", e faceva invece pensare gli osservatori ad interessati finanziamenti sovietici - peraltro mai smentiti con convinzione dal giornale - volti a creare turbati ve ai comunisti italiani in vista del loro congresso.
Nel corso dei suoi trenta numeri di vita, il quotidiano, in politica interna attacca i cedimenti sindacali e del PCI verso il governo Andreotti e né chiede, nel momento della crisi politica, de «un governo della sinistra senza la DC», condanna non solo il terrorismo di stato, ma anche - e non solo in occasione dell'uccisione di Guido Rossa - il terrorismo brigatista come «sradicato dalla realtà e da ogni processo storico reale», mentre in politica estera, in occasione del breve, ma significativo conflitto cino-vietnamita, appoggia incondizionatamente il Vietnam e condanna la Cina di Deng «alleata degli Usa e del Giappone» e, sull' altro fatto rilevante avvenuto nel periodo, cioè la caduta dello Scià in « Iran, pur appoggiando la rivolta popolare, mette in guardia dalle teorie "medievali" del clero sciita.
L'esperienza di "Ottobre" si conclude repentinamente, dopo trenta numeri, per conflitti interni sulla linea del quotidiano. Gli organismi dirigenti del PCd 'I, anche dalle pagine di Nuova unità, richiamano all'ordine i militanti presenti nella redazione perché il giornale, a loro avviso, andava troppo incontro, sia in politica interna che estera, alle visioni «non coerentemente marxiste-leniniste» di vasti strati popolari ancora troppo legati al PCI, i redattori membri del PCd'I non recedono dalle loro posizioni ed il Centro del Partito decide di togliere il sostegno all'esperienza di "Ottobre". In seguito, in relazione alla vicenda, verrà espulso A. Obino, mentre saranno radiati, Flore, Longa e Raccis; la testata sarà utilizzata per una rivista teorica, anch'essa di vita effimera, mentre il settimanale "Nuova unità" seguirà tutte le successive vicissitudini del PCd'I (confluenza in Democrazia Proletaria, espulsione, ingresso nel Partito della Rifondazione Comunista) per uscire tutt' oggi saltuariamente come espressione dell'arca politica m-l."    

Scheda bibliografica: OTTOBRE: quotidiano comunista. - A. 1, n. 1 (21 gen. 1979)-a. 1, n. 30 (25/26 feb.
1979). - Firenze: Edizioni Gramsci, 1979. - 43 cm
Quotidiano con irregolarità. - Dir. resp.: Mario Geymonat. 1 (1979). 




                                                                                                                                                   



                                                                  (C.O.G.) 







Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.

Pubblicato (pp. 259-260) in: 


Attilio Mangano, Le Riviste degli Anni Settanta: gruppi, movimenti e conflitti sociali, a cura di Giorgio Lima (e con la collaborazione di Valerio Bartoloni, Berlinghiero Nuonarrori, Maria Letizia Borelli, Daniele Briganti, Roberto Costa, Giuseppe De Masi, Fabrizia Fagnani, Diego Giachetti, Carlo Onofrio Gori, Lucia Innocenti, Roberto Massari, Roberto Niccolai, Sara Pampaloni, Giorgio Sacchetti, Antonio Schina, Massimo Varengo), Bolsena-Pistoia, Massari editore-CDP Pistoia, 1998.















Sessantotto e dintorni. Quotidiani. Post precedenti e successivi:


 "La Sinistra": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/carlo-o-gori-sessantotto-e-dintorni.html
 
"Ottobre": http://goriblogstoria360.blogspot.it/2012/12/ottobre-vita-eff-ieri-forse-ancor-piu.html


"Quotidiano dei lavoratori":  http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/03/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html

"Lotta continua":  http://goriblogstoria360.blogspot.it/2013/05/carlo-o-gori-storia-sessantotto-e.html





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