Oggi
3 settembre 2015 si è svolta una grandiosa parata militare a Pechino: la prima volta, dopo 70
anni, la Cina ha celebrato con una maxi-parata militare l’«anniversario della
vittoria nella guerra di resistenza contro l’aggressione giapponese e nella
guerra mondiale contro il fascismo». Come non stabilire un parallelo con la
colossale parata militare di Mosca del 9 maggio 2015 per il 70° anniversario
della vittoria sovietica sul nazismo? In quell'occasione Putin aveva
costantemente alla sua destra il presidente cinese XI Jinping, a significare
che i rapporti fra Russia e Cina sono ottimi. Le parate militari a quel livello
sono sempre un messaggio politico di dimostrazione di forza non solo militare:
medesima grandiosità a Mosca e a Pechino, medesimo rifiuto occidentale a partecipare
a alto livello, medesimo messaggio rivolto da Mosca e a Pechino (corroborato anche
da varie manovre militari congiunte che si sono svolte dal 2003 ad oggi) soprattutto
agli Usa ed all'Occidente: decidetevi finalmente a prender buona nota che non
siamo più negli anni '90 secolo scorso quando in giro per il mondo facevate
quasi impunemente il bello e il cattivo tempo, e che, piaccia o non piaccia,
gli equilibri mondiali stanno cambiando, anzi, sono in buona parte già
cambiati.
Con
la visita di Gorbačëv a Pechino (maggio 1989) veniva sancita la piena
riconciliazione dell’Urss con la Cina dopo un dissidio che durava dal 1961 e
che si era particolarmente inasprito dal 1969 in poi. Con l’avvento di Putin al
vertice della Federazione Russa i rapporti fra Russia e Cina si si sono andati
progressivamente rafforzando.
La SCO è stata fondata nel 2001 a Shanghai, dai leader di Cina, il Kazakistan, il Kirghizistan, la Russia, il Tagikistan e l'Uzbekistan. Questi paesi, fatta eccezione per l'Uzbekistan erano stati precedentemente membri del Gruppo di Shanghai (Shanghai Five) fondato nel 1996 e già attivo dalla metà degli anni Novanta sul
tema della cooperazione nella gestione dei confini; dopo l'inclusione dell'Uzbekistan, nel 2001, il Gruppo decise di istituzionalizzarsi i membri hanno rinominato il patto associativo in Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione (SCO) per la collaborazione politica,
economica e militare. Secondo alcuni osservatori statunitensi e occidentali la SCO sarebbe nata
con l’intento di contenere e bilanciare la presenza statunitense nell’area
centroasiatica: un’interpretazione che si è rafforzata da quando, nel 2005,
proprio da un summit della SCO è emersa la richiesta a Washington di
calendarizzare il ritiro delle proprie installazioni e dei propri soldati
presenti in Asia centrale. Sulla capacità reale della SCO di essere un
contrappeso alle ingerenze esterne nella regione, d’altra parte, conta in
maniera determinante lo stato di salute delle relazioni bilaterali tra Russia e
Cina, nonché il livello generale di coesione tra tutti gli aderenti che a volte non sempre concordano sulle modalità di attuazione della propria politica estera.
I
rapporti tra Russia e Cina, sono attualmente eccellenti,
favoriti dalla comune necessità di contenere una sempre più aggressiva
potenza statunitense. Uno dei capitoli su cui oggi Cina e Russia fanno fronte
comune è quello relativo a Siria e Iran.
Si
pensa a ragione – visto che ancora nel 2014 malgrado l’avvento degli islamisti e
del Califfato Isis in ampie zone della Siria e dell’Irak, l’Occidente era
pronto non tanto ad una guerra contro quest’ultimi, ma contro la Siria “laica” di Assad – che la “primavera araba” del 2011 in Siria e la conseguente attuale lacerante
guerra – come del resto nel caso lampante di quella libica che nello stesso 2011 ha
portato con il diretto e dal conseguente
coinvolgimento francese e occidentale alla caduta di Gheddafi – sia stata ampiamente fomentata voluta e sostenuta
dall’esterno (Usa, Arabia Saudita, Qatar, Turchia ecc.) avendo come obiettivo finale, non tanto "l'esportazione della democrazia" quanto l’espulsione
della Russia dalle basi siriane di Latakia e Tartous. Recentemente c’è stata un’intesa americana con l’Iran sul
nucleare e del resto al Cremlino non si desiderava un Iran dotato dell’arma
nucleare, ma si è consci – visto che non si vuole da parte occidentale trovare
un’intesa sulla Siria che permetta di arginare seriamente l’avanzata islamista
- che una caduta dei governanti a Damasco o Teheran (che sostiene Assad) rappresenterebbe
una vittoria degli USA.
«La
Russia – ricordava in una sua lungimirante intervista del 2012 l’ex
Ambasciatore a Mosca Sergio Romano (vd. "Internazionale" 10 Giugno
2012) – è portata a pensare che ogni
vittoria americana si traduca nell’allargamento dell’area in cui gli Stati
Uniti sono la potenza dominante. E questo non le piace»
Del
resto con il golpe (favorito dagli Usa) - dell’Euro-Maidan di Kiev del 21
novembre 2013 che ha portato al rovesciamento del legittimo governo di Viktor
Janukovyč con la rivolta degli ucraini filorussi di Crimea e del Donbass e con
guerra in Ucraina orientale con le conseguenti sanzioni anti-russe di Usa ed Europa è finora fallito il progetto,
originariamente tedesco, di uno spazio comune fra Europa e Russia “da Lisbona a
Vladivostok” Romano ritiene che sia
auspicabile di "”, di impossibile
realizzazione «finché esiste una NATO che è evidentemente strutturata in
funzione anti-russa - ricordava sempre l'esperto storico e diplomatico Sergio
Romano nella sua significativa “profetica”
intervista del 2012 - «l’Europa è - in qualche modo prigioniera della NATO
...mentre dovrebbe avere...«una propria politica estera, distinta da quella
degli Stati Uniti».
La Cina da parte sua teme, tanto per dirne una, l'attuale intensificarsi in senso aggressivo del rapporto geopolitico e militare tra USA e Giappone.
Attualmente Cina e Russia, insieme ad altri Stati amici, soprattutto ex-sovietici,
sono membri dell’ importante Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione - Shanghai Cooperation Organisation, (SCO) o Patto di Shanghai, un'alleanza per la cooperazione fra paesi euroasiatici operante da 12 anni in Asia centrale, la cui
rilevanza, specie dal punto di vista geopolitico, è oggi in continua crescita. L'alleanza, sorta come meccanismo per favorire la risoluzione di eventuali dispute territoriali tra i sei
paesi aderenti – Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan – è andata progressivamente
istituzionalizzandosi, intensificando la cooperazione tra i suoi membri tanto
sul piano militare e le questioni di sicurezza quanto in ambiti come quello economico, energetico e
culturale. Il piano più rilevante è quello militare e di sicurezza, all’insegna
della comune volontà di contrastare tre fenomeni che sono identificati come le
principali minacce alla sicurezza regionale: il terrorismo, l’estremismo e il
separatismo alle quali si sono poi aggiunti gli attacchi informatici provenienti dall'esterno. Il riferimento esplicito e l’enfasi posta su questi tre
elementi (sanciti dal primo atto ufficiale dell’Organizzazione, la ‘Shanghai
Convention on Combating Terrorism, Separatism and Extremism’) rende peculiare
nel suo genere la SCO e sottolinea come la prima preoccupazione dei membri –
soprattutto dei due più importanti, Cina e Russia – sia quella di conservare lo
status quo territoriale in una regione dove sono particolarmente accesi
irredentismi, contrasti etnici e spinte secessioniste, attacchi di gruppi islamisti e dove non mancano
ingerenze di potenze esterne agli Stati firmatari.La Cina da parte sua teme, tanto per dirne una, l'attuale intensificarsi in senso aggressivo del rapporto geopolitico e militare tra USA e Giappone.
Sul piano operativo la SCO si è concentrata finora sulla cooperazione militare, tramite la realizzazione di ripetute esercitazioni comuni anche di vasta scala, sulla lotta al
terrorismo (dal 2004 è stato istituto un centro regionale per le attività di
antiterrorismo, situato in Uzbekistan), e ancora
sulla cooperazione energetica, in quella commerciale e culturale, come sancito
tramite la ratifica di un accordo formale nel 2007 (Treaty on Long-Term
Good-Nei ghborliness, Friendship and Cooperation). Riguardo alla struttura istituzionale si nota che la Carta della SCO venne approvata nel giugno del 2002, un anno dopo la decisione di istituire l’Organizzazione in essa si stabilì che l'organo decisionale superiore della SCO è il Consiglio dei capi di Stato che si
riunisce in occasione dei vertici che si tengono ogni anno in una delle
capitali degli stati membri. L'attuale Consiglio dei capi di Stato è composta
da: Vladimir Putin (Russia), Xi Jinping (Cina ), Almazbek Atambayev
(Kirghizistan), Emomalii Rahmon (Tagikistan), Islam Karimov (Uzbekistan), Nursultan Nazarbayev (Kazakistan). Questo è seguito nella gerarchia dal Consiglio dei capi del governo e
dal Consiglio dei ministri degli esteri. Il primo approva il budget, discute
gli ambiti e lo stato dell’arte della cooperazione multilaterale; il secondo
discute le principali questioni dell’agenda politica internazionale e gestisce
le relazioni tra la SCO e le altre organizzazioni multilaterali. Infine il Consiglio dei Coordinatori Nazionali coordina la cooperazione
multilaterale degli Stati membri nel quadro della Carta della SCO mentre il principale organo amministrativo ed esecutivo della SCO, è il Segretariato generale al quale si affiancano diverse altre strutture e agenzie con competenze sui settori d'intervento (la SCO ha avviato oltre venti
grandi progetti relativi ai trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni e
ha tenuto riunioni periodiche di sicurezza, militare, della difesa, degli
affari esteri, economico, culturale, servizi bancari ecc.).
Il Segretariato generale ha sede a Pechino e l’attuale Segretario
generale in carica dal 2013 fino al 31 dicembre 2015 è il russo Dmitry Fèdorovic Mezentsev. Le lingue di lavoro ufficiali della Shanghai Cooperation Organization sono il cinese e il russo)
La
SCO ha contatti permanenti con il Turkmenistan,
con l’ Associazione [politica e economica
] Organizzazione delle Nazioni Del Sud-Est Asiatico (ASEAN), con la Comunità
degli Stati Indipendenti (CIS). Nell 'ottobre 2007 la SCO ha firmato un accordo con l' Organizzazione del Trattato di
Sicurezza Collettiva - Организация Договора о Коллективной Безопасности (CSTO).
Per la cronaca: nel 2006 gli Stati Uniti chiesero, evidentemente con intento provocatorio, di essere ammessi come "osservatori" alla SCO e la richiesta venne significativamente respinta all’unanimità dagli Stati appartenenti.
COG
Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.
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Prof. Carlo O. Gori, Prof. Carlo Onofro Gori, Prof. Carlo Gori Università di Firenze
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