Esperienza politica e...interessi pratici
L’arte
della politica, nel senso più buono, “di servizio” si sarebbe detto un tempo,
indubbiamente si fonda molto sull’esperienza, ma tale dote diventa
controproducente quando molti degli
“esperti”, di solito come età, “un po’ in là con la cantata”, anche quando
siano sinceramente animati da buone intenzioni, non riescono o vogliono,
confrontarsi con i mutamenti, le novità,
“buone” o “cattive” , secondo i punti di vista, che continuamente si
succedono nella società. E finisce che i
mutamenti e queste novità non le
“vedono”, o non le capiscono o, ancor peggio, sicuri nei loro schemi precostituiti e interessi e correnti, da buoni
“conservatori”, consapevolmente non le
vogliono vedere e le rifiutano, allontanandosi sempre più dalla cosiddetta “società
civile”.
E
così, com’è sotto gli occhi di tutti, la gran parte degli “esperti” politici (e accanto ad essi anche i cosiddetti
“tecnici”) prende delle fragorose “cantonate” e sa fare bei danni , magari ad es. prendendo misure “di
risanamento” che non risanano, e che
finiscono, more solito, per colpire le classi più deboli, in un Paese colpito da progressiva, pesante, “strategica” crisi
economica e segnato da sempre più approfondite disuguaglianze e privilegi che
minano alla base la credibilità della “classe politica”, trasversalmente ormai in
gran parte succube delle lobby multinazionali, dei managers privati e pubblici superstipendiati,
dei banchieri e dei finanzieri rapaci…
Giustificando,
ma solo in parte, i suddetti “esperti politici”, bisogna anche riconoscere che non è
detto che i “giovani” o le cosiddette
“novità” siano sempre “buone” o, per il bene comune, migliorative
(“progressive” avremmo detto non molto tempo fa…prescindendo dal giudizio
leopardiano sulle “magnifiche sorti”), ma per cambiar le disordinate spinte
sociali che fatalmente ne derivano, e magari, se necessario, sulla spinta
dell’esperienza, correggerle e volgerle
al meglio, bisogna che l’”esperto” si sforzi di uscire dal fortino dei suoi
concreti e personali interessi e delle
sue supponenti certezze e vada un po’
più fra la gente, a coglierne gli umori e capirla, altrimenti poi scivola in
quel fenomeno che in inglese viene definito “Wishful Thinking” (la realtà come
si vorrebbe che fosse, ma non è ….oppure, in breve…” un pio desiderio”).
Difficile
e raro, che dei politici di esperienza, soprattutto oggi come oggi, sappiano
far questo, anche perché ultimamente non pochi di loro, sono tentati di volgere
gli ideali di un tempo, ed il ruolo che
da essi gli è personalmente, in concreto,
attualmente derivato, soprattutto ….pro
domo sua!
Del
resto fra i più volonterosi “giovani politici”, che per età hanno potuto fare
“sul campo” altro che esperienze
abbastanza relative, obiettivamente è anche difficile trovare chi abbia voluto
colmare queste comprensibili ed “esistenziali”
lacune, con lo studio serio e il sacrificio “ideale” in gran parte
disinteressato… e fra di essi anche i cosiddetti
“rottamatori”, (e quando vogliono “rottamare” almeno significa che non sono
servi dei vecchi “soloni” che fra di loro fanno trasversalmente e solidarmente “Casta")…
Carlo Onofrio Gori
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