Omaggio
a Marc Bloch
*
Il difficile
"mestiere" dello storico...(o nel mio caso del
"divulgatore" storico, preferisco il secondo, visto che spesso gli
"accademici", prevalentemente quelli italiani, scrivono veramente
male e/o secondo come spira il loro, o altrui, “politico vento"),
modestamente, come lo intendo io (ma con libera ispirazione e doveroso
omaggio...si parva licet...al grande March Bloch, vd. "Annales"):
raccogliere documenti e se possibile testimonianze, verificare ed
"incrociare il tutto". Fatto ciò avvicinarsi allora il più possibile
alla verità (che, N.B., non potremo mai veramente raggiungere), poi cercare di
entrare nellE mentalità del tempo (che non sono mai quelle nostre, di oggi) ed
interpretare quei fatti secondo quelle mentalità, poi raccontare il tutto,
oggi, dando conto delle mentalità d'allora e tenendo conto delle mentalità
d'oggi. Infine, e solo infine, dare il proprio parere, la propria interpretazione.
Carlo O. Gori
da Wikipedia:
« Marc Léopold
Benjamin Bloch (Lione, 6 luglio 1886 – Lione, 16 giugno 1944) è stato uno
storico francese.
Nato a Lione,
figlio di un professore di storia antica, Gustave Bloch, Marc studiò alla École
Normale Supérieure e alla Fondazione Thiers a Parigi, poi a Berlino e a Lipsia.
Fu ufficiale di fanteria durante la Grande Guerra, terminando il conflitto come
capitano premiato con la Legion d'onore. Dopo la guerra, insegnò all'università
di Strasburgo. Nel 1929 fondò, con Lucien Febvre, l'importante rivista Annales
d'histoire économique et sociale (dal 1994 chiamata “Annales”. Économies,
Sociétés, Civilisations) dove venivano presentati gli studi degli storici della
Scuola delle “Annales”. Gli studi di Bloch erano centrati soprattutto sul
feudalesimo. Inoltre fu uno dei primi storici francesi a interessarsi allo
studio comparato delle civiltà e alla storia del pensiero (vista anche come
storia antropologica). Studiò a lungo (soprattutto nella prima parte della sua
vita) le campagne ed i rapporti di produzione (economici e quindi anche
sociali) che le caratterizzavano. nel 1936 successe a Henri Hauser alla
cattedra di storia economica alla Sorbona. Una parte dell'Università di
Strasburgo è ora intitolata a lui (Università Marc Bloch).
Non fece domanda
per l'avanzamento di grado e partecipò alla seconda guerra mondiale (dal 1939
al 1940) come capitano addetto ai rifornimenti. Partecipò poi (dopo il 1942)
alla resistenza francese a Lione. Grandissimo fu il suo sconforto verso la
borghesia francese, che a suo avviso aveva contribuito in maniera determinante
alla sconfitta, e si era poi alleata al fascismo, collaborando attivamente con
i tedeschi; inoltre le sue origini ebraiche lo rendevano inviso ad un regime
che si era, autonomamente, allineato alle leggi razziali italiane e tedesche.
Per la sua enorme fama europea il governo di Vichy non lo allontanò
inizialmente dall'insegnamento, nonostante le sue origini ebraiche, anche se lo
trasferì in un'università meno "prestigiosa". La sua biblioteca
privata parigina, ricca anche di libri rari e antichi, fu razziata dalle SS e
in buona parte è andata dispersa.
Durante
l'occupazione tedesca della Francia, per le sue azioni nella resistenza, dopo
un periodo di prigionia durato qualche mese (durante il quale fu sottoposto a
torture), Marc Bloch fu fucilato presso Lione dalla Gestapo, gridando «Vive la
France!» al plotone di esecuzione.
Bloch ha
lasciato una grandissima influenza nel campo della storiografia attraverso la
sua opera incompleta Apologia della storia (o Mestiere di Storico), dedicata
all'amico e collega Lucien Febvre, alla quale stava ancora lavorando quando fu
ucciso dai tedeschi.
Il libro di
Bloch e Che cos'è la Storia? di Edward Carr sono considerate oggi tra le più
importanti opere di teoria storiografica del XX secolo.
L'ultimo libro
di Bloch (pubblicato postumo), La strana disfatta, era una breve valutazione
del rapido fallimento del tentativo dell'esercito francese di contrastare la
Blitzkrieg dei tedeschi nel 1940. Nelle pagine è possibile rilevare l'invettiva
contro la classe dirigente francese. L'accusa è quella di combattere una guerra
sostanzialmente nuova con strategie e mezzi (che nel 1914-18 assicurarono la
vittoria alla Francia) ormai superati dai progressi tecnologici, mentre "i
tedeschi facevano la guerra del 1940". »
In effetti La
strana disfatta, seppur "scritto a caldo" è un pamphlet che non si
ferma alle cause "tecniche", ma analizza le ragioni profonde della
disfatta francese del '40, merita qui riprodurre un brano di una recensione che
ho trovato nel web in http://www.ibs.it/:
«Ora, se quel
giudizio, nella sua folgorante acutezza, era già tale da disturbare non poco la
cultura corrente, è soprattutto il terzo e ultimo capitolo, "Esame di
coscienza di un francese", a risultare difficilmente digeribile: perché
esso, muovendo dall'osservazione che "non vi è mai in una nazione corpo
professionale che, da solo, sia interamente responsabile dei propri atti",
affonda il bisturi nelle debolezze intrinseche della Terza Repubblica che, al
di là delle specificità storiche cui Bloch è attentissimo, fanno troppe volte
pensare ai tarli delle moderne democrazie al divario che le separa da
quell'''ideale repubblicano" che costituì la religione laica del grande
storico.
Bloch non
risparmia niente e nessuno: il pacifismo parolaio, il tarlo plebiscitario che
minaccia la democrazia, l'opportunismo del sistema dei partiti, i vizi del
parlamentarismo, il pressappochismo della sinistra, l'angustia dei sindacati,
le miserie del fronte popolare, la pigrizia degli intellettuali, sino al
proprio silenzio negli anni venti e trenta. Ma sfugge sempre al rischio di
confondere i valori con le mediocri o deplorevoli forme che pretendono
inverarli: riafferma con forza il ripudio della guerra e la necessità della
solidarietà internazionale, la tensione verso l'eguaglianza e la
partecipazione, il commosso apprezzamento della solidarietà tra lavoratori, il
primato del pluralismo e del conflitto civile sull'uniformazione autoritaria.
Il suo
straordinario senso della Storia che "è scienza del mutamento" e ha
come oggetto gli uomini nella loro indissolubile unità di necessità materiali e
slanci ideali - lo aiuta a discernere ciò che va rifiutato o corretto da ciò
che va salvaguardato come faticosa acquisizione della "civilizzazione".
Una tensione, questa, preziosa dinanzi alla disgregazione di un mondo. E
dunque, non è forse un caso che le fortune de "La strana disfatta"
coincidano con l'ambiguo e sottile senso di smarrimento che percorre la nostra
civiltà dopo il 1989 e che ha indotto taluno a parlare di ''fine della
Storia". »
(recensione di
S. Senese, "L'Indice", n. 10,
1995)
Opere e
Bibliografia (citate in Wikipedia)
Apologia della
storia o mestiere di storico, Einaudi, Torino, 1998
I re
taumaturghi, Einaudi, Torino, 1973
Lavoro e tecnica
nel Medioevo, Laterza, Roma-Bari, 1990
La società
feudale, Einaudi, Torino, 1984
I caratteri
originali della storia rurale francese
Lineamenti di
una storia monetaria d'Europa
Riflessioni di
uno storico sulle false notizie di guerra
Metodologia
storica
Le forme della
rottura dell'omaggio nell'antico diritto feudale
La guerra e le
false notizie. Ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921)
Carole Fink,
March Bloch: A Life in History, Cambridge University Press, 1989, p. 321
Massimo Mastrogregori,
Introduzione a Marc Bloch, Laterza, 2001
Marcello Mustè,
Politica e storia in Marc Bloch, Aracne, 2000
Carole Fink, March Bloch: A Life in History, Cambridge University Press,
1989 ISBN 0-521-40671-4
Da Wikiquote,
aforismi e citazioni in libertà.
«
"Papà, spiegami allora a cosa serve la storia". Così un
giovinetto, che mi è molto caro, interrogava, qualche anno fa, uno storico. Del
libro che si leggerà, vorrei poter dire che è la mia risposta. (da Apologia
della storia o mestiere di storico)
La diversità
delle testimonianze storiche è quasi infinita. Tutto ciò che l'uomo dice o
scrive, tutto ciò che costruisce e che tocca, può e deve fornire informazioni
su di lui. (da Apologia della storia o mestiere di storico)
Se i fisici non
fossero stati intrepidi, a qual punto sarebbe la fisica? (daApologia della
storia o mestiere di storico, ed. 1969, p. 33)
Vive la France!
(di fronte al plotone di esecuzione; citato in Carole Fink,March Bloch: A Life
in History, Cambridge University Press, 1989, p. 321) »
La difficile «travail» de l'historique ... (ou dans mon cas, le «vulgarisateur» historique, préfère la seconde, car, souvent, le «académique», ceux principalement italiens, écrivent-ils vraiment mauvais et / ou selon que leur tour, ou d'autres, "vent politique»), modestement, si je comprends bien (mais avec l'inspiration libre et hommage ... est ... le grand parva licet Mars Bloch, vd. "Annales") recueillir des documents et des témoins, si possible, vérifier et "traverser tout." Une fois que ceci est fait, puis plus près possible de la vérité (qui, NB, on ne peut jamais vraiment atteindre), puis essayez d'entrer dans la mentalité de l'époque (ceux qui n'ont jamais la nôtre aujourd'hui) et d'interpréter celles qui sont faites en fonction de la mentalité, alors dites-le tout, aujourd'hui, compte tenu de la mentalité de l'époque et en tenant compte de la mentalité d'aujourd'hui. Enfin, et seulement alors, donner leur avis, leur propre interprétation.
"carlo gori"
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