Ricorrenze:
un 28 ottobre… “diverso”
Non molti
giorni fa, il 28 ottobre, era l’anniversario, rilevato dai media, della cosiddetta
“marcia su Roma” del 1922: avevo in casa una vecchia edizione per gli Oscar
Mondadori del luglio 1968 del libro di Emilio Lussu Marcia su Roma e dintorni e mi ha fatto piacere rileggerlo, molto
più di tanti barbosi saggi (gli storici italiani saranno anche bravi, ma
generalmente (con rare e preziose eccezioni) nelle loro pubblicazioni dimostrano, come scrittori, di essere ben poca cosa, a differenza ad. es. degli storici
anglosassoni.
Avevo già scritto sulla "marcia" a proposito dell'esperienza dei fascisti pistoiesi (vd. http://historiablogoriarchiviosplinder-cog.blogspot.it/2012/01/storia-avventure-di-viaggio-giovedi-06.html), ma mi fa piacere tornare ora su quell'esperienza con questa mia breve nota. Pertanto riporto
qui sotto una riproduzione della quarta di copertina di quel libro e poi una
breve biografia di Emilio Lussu.
“Scritto
originariamente per il pubblico francese e angloamericano, Marcia su Roma e dintorni apparve per la prima volta in edizione
italiana a Parigi nel lontano 1933.
L'autore lo pubblicò quindi in pieno fascismo e a breve distanza dagli
avvenimenti che narrava e che lo avevano visto prima oppositore tenace del
nuovo regime, poi perseguitato e messo in carcere e infine esule a Parigi dopo
un'avventurosa fuga da Lipari con Carlo Rosselli e Fausto Nitti. Il racconto
autobiografico, che abbraccia il decennio 1919-1929, narra il sorgere e il
dilagare del fascismo, soprattutto in Sardegna: dalla costituzione dei primi
fasci, accolti con diffidenza o ostilità dalla gente dell'isola, alle
proditorie aggressioni degli squadristi e alle vere e proprie spedizioni armate
contro popolazioni inermi, per finire
conia conquista incontrastata del potere e la soppressione di ogni legalità. E
poiché all'evolversi della situazione in Sardegna si accompagnava un processo
analogo in tutto il paese, Lussu descrive anche questo, a grandi linee, nella
sua veste di membro del Parlamento. Assistiamo così ai tentennamenti del governo Facta e del re, alla marcia su Roma,
ai delitto Matteotti, alla secessione aventiniana. Avvenimenti politici ed
episodi personali si alternano in una narrazione piena di freschezza e
vivacità, in cui non vengono mai meno - neppure nei punti più drammatici -
l'ironia e il sarcasmo, quasi attributi con naturali a una prosa dotata di una
forza di suggestione difficilmente eguagliabile!”
Emilio
Lussu nacque nel 1890 ad Armungia (Cagliari) un piccolo paese della cui vita
sempre conserverà il ricordo ritenendola fondamentale per la sua formazione
democratica. Nel 1915 si laurea in giurisprudenza, e favorevole all’entrata in
guerra contro l’Austria aderisce all’interventismo “democratico”, di matrice “irredentista-risorgimentale
(ben diverso dall’ interventismo
“espansionista” e “nazionalista” del quale uno dei più importanti fautori fu ad
esempio Ferdinando Martini sul quale abbiamo già scritto, vd. http://goriblogstoria.blogspot.it/2011/12/carlo-onofrio-gori-risorgimento-storia.html ).
Conseguentemente
partecipò volontario alla Prima Guerra Mondiale come capitano di fanteria della
Brigata “Sassari”. La guerra segnò in lui, pur in quei frangenti leggendario
combattente pluridecorato, una maturazione in senso pacifista e antimilitarista
come testimoniò nel celebre suo romanzo autobiografico Un anno sull’altipiano da cui negli anni ’70 venne tratto il noto
film del regista Francesco Rosi Uomini
contro .
Il
1915-’18 fu quindi l’occasione in cui, non soltanto Lussu, ma una generazione di contadini e pastori sardi,
ebbero la possibilità di aprire gli occhi sulla propria condizione sociale: la
guerra diventò perciò in un certo senso anche “scuola rivoluzionaria”.
Nella Sardegna del dopoguerra, fortemente
impoverita dagli effetti del conflitto, Lussu con Camillo Bellieni, Paolo Pili,
Pietro Mastino ed altri leaders degli ex-combattenti sardi fu, tra il 1919 e il
1921, fra i fondatori e dirigenti del Partito Sardo d'Azione, movimento di
massa autonomista e federalista,
che si poneva a sinistra come portatore
delle istanze delle classi proletarie, coinvolgendo nelle sue fila i contadini
e pastori sardi e soprattutto gli iscritti all'Associazione Nazionale Reduci e
Combattenti, in nome della distribuzione
delle terre e dei pascoli, contro i ricchi possidenti agrari e i partiti
politici da loro sostenuti .
Il periodo
1921-1924 segnò l’ascesa del movimento fascista. Il sardismo si divise: gli
emissari isolani di Mussolini portarono abilmente fra le loro fila una parte del
Partito Sardo d'Azione, e lo stesso Lussu, eletto deputato nelle elezioni del
1921 e del 1923, inizialmente non soppesò appieno il pericolo di un dialogo con
i fascisti. Tuttavia ben presto maturò una posizione di antifascismo
intransigente.
In
seguito al delitto Matteotti, prese parte alla parlamentare «secessione
aventiniana» e per questo nel ’26 fu venne dichiarato decaduto da deputato e subì
le persecuzioni fasciste: clamorosa fu in quell’anno l’assalto alla sua casa
degli squadristi sardi durante la quale Lussu fu costretto ad
uccidere uno degli aggressori. Al processo i
magistrati lo assolsero per legittima difesa, ma subito dopo venne contemporaneamente confinato dal
governo fascista nell’isola di Lipari.
Al
confino incontrò il fiorentino Carlo Rosselli, un altro personaggio eminente del
movimento antifascista. Nel luglio del
1929 Lussu e Rosselli, con Fausto Nitti, e contando sull’indispensabile aiuto
di Gioacchino Dolci e Paolo Fabbri, riuscirono a fuggire dal onfino e dall’Italia utilizzando un motoscafo
pilotato dal socialista Italo Oxilia. Lussu doi i suoi compagni, dopo esser
passato per la Tunisia, raggiunge Parigi, scrive un libro (La catena) sugli avvenimenti di quel decennio e si mette in
contatto con gli altri fuoriusciti italiani
riuniti intorno alla figura di Gaetano Salvemin che di lì a poco fondano il
movimento Giustizia e Libertà .
Nella
capitale francese Emilio incontrerà
Joyce Salvatori, donna straordinaria, colta e coraggiosa, che sposerà e
che gli darà un figlio, Giovanni.
In
Giustizia e Libertà, fulcro della propaganda antifascista in Italia e
all'estero, alla cui attività politica e culturale partecipa attivamente, anche
collaborando con assiduità al settimanale ed ai “quaderni” del movimento (e
questo malgrado
le sue precarie condizioni di salute) Lussu rappresenterà
la corrente favorevole ad un consapevole e spiccato orientamento politico liberalsocialista
proponendo metodi rivoluzionari per abbattere il regime fascista e le sue cause
culturali, economiche, politiche. Nel 1937 quando Carlo Rosselli viene
assassinato in Francia da emissari del regime fascista, Lussu ne eredita la guida
del movimento Giustizia e Libertà .
Inizia col
nome in codice di "Mister Mills", un intenso lavoro “sotterraneo” (Diplomazia
clandestina ) perseguendo un progetto di un colpo di mano che permetta di far
crollare il regime fascista partendo dall'insurrezione della Sardegna. Nel 1931
scrive "Marcia su Roma e dintorni" riguardante gli avvenimenti che lo
videro protagonista a partire dal dopoguerra fino all'evasione da Lipari. Nel
1936 fu in Svizzera per curare la tubercolosi contratta in prigionia, e qui
scrisse anche il suddetto noto libro Un
anno sull'altipiano.
Prese poi
parte nel fronte antifranchista (anche se soltanto brevemente, a causa delle
sue cattive condizioni di salute) alla guerra civile spagnola.
Solo dopo
l'armistizio del 1943 avvenne il suo ritorno in Sardegna e nell’ Italia ben
presto occupata dai nazisti. Seppe della nascita del clandestino Partito
d'Azione e malgrado varie divergenze politiche operò affinché Giustizia e Libertà si fondesse con esso. A fusione
avvenuta divenne uno dei leader della nuova formazione politica, si trasferì
nella Roma occupata dai nazisti e insieme a Ugo La Malfa partecipò alla
Resistenza reggendo il partito sino alla conclusione della guerra.
Dopo la
Liberazione fu esponente di punta dell'ala socialista del partito e guidò lo
scontro contro la corrente liberaldemocratica e filocentrista di Ugo La Malfa,
un conflitto che finirà per segnare la scomparsa
del Partito d'Azione. In questo periodo, nei governi di unità antifascista, assunse
l’incarico di ministro sotto Parri e sotto De Gasperi e fu inoltre deputato
alla Costituente e senatore di diritto. Mantenne sempre stretti rapporti con il
Partito Sardo d'Azione, ma il “suo” partito,
che Lussu aveva lasciato al momento dell’esilio su posizioni di sinistra, era
ora retto, sulla spinta degli umori separatisti, da una maggioranza moderata di
ceti proprietari e delle libere professioni. Perse la sua battaglia per
riportare il partito allo spirito originario e con la sua corrente, che trasformò
nel 1948 in Partito Sardo d'Azione Socialista, confluì nel Partito Socialista Italiano.
La sua
esperienza da parlamentare socialista fu ricca di interventi infuori e dentro
il Parlamento: dalla questione dell’adesione alla NATO al riconoscimento della Repubblica
Popolare Cinese, dalla difesa dell’Italia repubblicana democratica e
antifascista, alle lotte per lo sviluppo
economico e il progresso sociale della sua Sardegna.
Il 1964 quando
la decisione di Nenni di entrare col PSI nel governo di centrosinistra a guida
democristiana provoca la scissione che porta la sinistra socialista alla
fondazione del Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) aderisce alla
nuova formazione alleata del PCI. Nel
1972 la sconfitta elettorale del PSIUP accelera l’adesione della maggioranza
del partito al PCI, ma Lussu, coerentemente con la sua storia, rifiuta di
confluire sia quel partito, come nel PSI oppure nell’area della “nuova sinistra”,
verso cui si dirigono le minoranze.
Si dedica
a studi storici ed attività pubblicistica e muore a Roma nel 1975.
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