martedì 13 novembre 2012

Carlo O. Gori. Storia: 28 ottobre 1922 e un libro...


Ricorrenze: un 28 ottobre… “diverso”

Non molti giorni fa, il 28 ottobre, era l’anniversario, rilevato dai media, della cosiddetta “marcia su Roma” del 1922: avevo in casa una vecchia edizione per gli Oscar Mondadori del luglio 1968 del libro di Emilio Lussu Marcia su Roma e dintorni e mi ha fatto piacere rileggerlo, molto più di tanti barbosi saggi (gli storici italiani saranno anche bravi, ma generalmente (con rare e preziose eccezioni) nelle loro pubblicazioni dimostrano, come scrittori, di essere ben poca cosa, a differenza ad. es. degli storici anglosassoni.
Avevo già scritto sulla "marcia" a proposito dell'esperienza dei fascisti pistoiesi (vd. http://historiablogoriarchiviosplinder-cog.blogspot.it/2012/01/storia-avventure-di-viaggio-giovedi-06.html), ma mi fa piacere tornare ora su quell'esperienza con questa mia breve nota. Pertanto riporto qui sotto una riproduzione della quarta di copertina di quel libro e poi una breve biografia di Emilio Lussu.
“Scritto originariamente per il pubblico francese e angloamericano, Marcia su Roma e dintorni apparve per la prima volta in edizione italiana a Parigi nel  lontano 1933. L'autore lo pubblicò quindi in pieno fascismo e a breve distanza dagli avvenimenti che narrava e che lo avevano visto prima oppositore tenace del nuovo regime, poi perseguitato e messo in carcere e infine esule a Parigi dopo un'avventurosa fuga da Lipari con Carlo Rosselli e Fausto Nitti. Il racconto autobiografico, che abbraccia il decennio 1919-1929, narra il sorgere e il dilagare del fascismo, soprattutto in Sardegna: dalla costituzione dei primi fasci, accolti con diffidenza o ostilità dalla gente dell'isola, alle proditorie aggressioni degli squadristi e alle vere e proprie spedizioni armate contro popolazioni  inermi, per finire conia conquista incontrastata del potere e la soppressione di ogni legalità. E poiché all'evolversi della situazione in Sardegna si accompagnava un processo analogo in tutto il paese, Lussu descrive anche questo, a grandi linee, nella sua veste di membro del Parlamento. Assistiamo così ai tentennamenti del  governo Facta e del re, alla marcia su Roma, ai delitto Matteotti, alla secessione aventiniana. Avvenimenti politici ed episodi personali si alternano in una narrazione piena di freschezza e vivacità, in cui non vengono mai meno - neppure nei punti più drammatici - l'ironia e il sarcasmo, quasi attributi con naturali a una prosa dotata di una forza di suggestione difficilmente eguagliabile!”
Emilio Lussu nacque nel 1890 ad Armungia (Cagliari) un piccolo paese della cui vita sempre conserverà il ricordo ritenendola fondamentale per la sua formazione democratica. Nel 1915 si laurea in giurisprudenza, e favorevole all’entrata in guerra contro l’Austria aderisce all’interventismo “democratico”, di matrice “irredentista-risorgimentale (ben diverso dall’ interventismo “espansionista” e “nazionalista” del quale uno dei più importanti fautori fu ad esempio Ferdinando Martini sul quale abbiamo già scritto, vd. http://goriblogstoria.blogspot.it/2011/12/carlo-onofrio-gori-risorgimento-storia.html ).
Conseguentemente partecipò volontario alla Prima Guerra Mondiale come capitano di fanteria della Brigata “Sassari”. La guerra segnò in lui, pur in quei frangenti leggendario combattente pluridecorato, una maturazione in senso pacifista e antimilitarista come testimoniò nel celebre suo romanzo autobiografico Un anno sull’altipiano da cui negli anni ’70 venne tratto il noto film del regista Francesco Rosi Uomini contro .
Il 1915-’18 fu quindi l’occasione in cui, non soltanto Lussu, ma una  generazione di contadini e pastori sardi, ebbero la possibilità di aprire gli occhi sulla propria condizione sociale: la guerra diventò perciò in un certo senso anche “scuola rivoluzionaria”.
Nella  Sardegna del dopoguerra, fortemente impoverita dagli effetti del conflitto, Lussu con Camillo Bellieni, Paolo Pili, Pietro Mastino ed altri leaders degli ex-combattenti sardi fu, tra il 1919 e il 1921, fra i fondatori e dirigenti del Partito Sardo d'Azione, movimento di massa  autonomista e federalista, che  si poneva a sinistra come portatore delle istanze delle classi proletarie, coinvolgendo nelle sue fila i contadini e pastori sardi e soprattutto gli iscritti all'Associazione Nazionale Reduci e Combattenti,  in nome della distribuzione delle terre e dei pascoli, contro i ricchi possidenti agrari e i partiti politici da loro sostenuti .  
Il periodo 1921-1924 segnò l’ascesa del movimento fascista. Il sardismo si divise: gli emissari isolani di Mussolini portarono abilmente fra le loro fila una parte del Partito Sardo d'Azione, e lo stesso Lussu, eletto deputato nelle elezioni del 1921 e del 1923, inizialmente non soppesò appieno il pericolo di un dialogo con i fascisti. Tuttavia ben presto maturò una posizione di antifascismo intransigente.
In seguito al delitto Matteotti, prese parte alla parlamentare «secessione aventiniana» e per questo nel ’26 fu venne dichiarato decaduto da deputato e subì le persecuzioni fasciste: clamorosa fu in quell’anno l’assalto alla sua casa degli squadristi sardi durante la quale Lussu fu  costretto ad uccidere uno degli aggressori. Al processo i  magistrati lo assolsero per legittima difesa, ma subito dopo venne contemporaneamente confinato dal governo fascista nell’isola di  Lipari.
Al confino incontrò il fiorentino Carlo Rosselli, un altro personaggio eminente del movimento antifascista.  Nel luglio del 1929 Lussu e Rosselli, con Fausto Nitti, e contando sull’indispensabile aiuto di Gioacchino Dolci e Paolo Fabbri, riuscirono a fuggire dal  onfino e dall’Italia utilizzando un motoscafo pilotato dal socialista Italo Oxilia. Lussu doi i suoi compagni, dopo esser passato per la Tunisia, raggiunge Parigi, scrive un libro (La catena) sugli avvenimenti di quel decennio e si mette in contatto con gli altri  fuoriusciti italiani riuniti intorno alla figura di Gaetano Salvemin che di lì a poco fondano il movimento Giustizia e Libertà .
Nella capitale francese Emilio incontrerà  Joyce Salvatori, donna straordinaria, colta e coraggiosa, che sposerà e che gli darà un figlio, Giovanni.
In Giustizia e Libertà, fulcro della propaganda antifascista in Italia e all'estero, alla cui attività politica e culturale partecipa attivamente, anche collaborando con assiduità al settimanale ed ai “quaderni” del movimento (e questo malgrado le sue precarie condizioni di salute) Lussu rappresenterà la corrente favorevole ad un consapevole e spiccato orientamento politico liberalsocialista proponendo metodi rivoluzionari per abbattere il regime fascista e le sue cause culturali, economiche, politiche. Nel 1937 quando Carlo Rosselli viene assassinato in Francia da emissari del regime fascista, Lussu ne eredita la guida del movimento Giustizia e Libertà .
Inizia col nome in codice di "Mister Mills", un intenso lavoro “sotterraneo”  (Diplomazia clandestina ) perseguendo un  progetto di un colpo di mano che permetta di far crollare il regime fascista partendo  dall'insurrezione della Sardegna. Nel 1931 scrive "Marcia su Roma e dintorni" riguardante gli avvenimenti che lo videro protagonista a partire dal dopoguerra fino all'evasione da Lipari. Nel 1936 fu in Svizzera per curare la tubercolosi contratta in prigionia, e qui scrisse anche il suddetto noto libro Un anno sull'altipiano.
Prese poi parte nel fronte antifranchista (anche se soltanto brevemente, a causa delle sue cattive condizioni di salute) alla guerra civile spagnola.
Solo dopo l'armistizio del 1943 avvenne il suo ritorno in Sardegna e nell’ Italia ben presto occupata dai nazisti. Seppe della nascita del clandestino Partito d'Azione e malgrado varie divergenze politiche operò affinché Giustizia e Libertà si fondesse con esso. A fusione avvenuta divenne uno dei leader della nuova formazione politica, si trasferì nella Roma occupata dai nazisti e insieme a Ugo La Malfa partecipò alla Resistenza reggendo il partito sino alla conclusione della guerra.
Dopo la Liberazione fu esponente di punta dell'ala socialista del partito e guidò lo scontro contro la corrente liberaldemocratica e filocentrista di Ugo La Malfa, un conflitto che finirà per segnare  la scomparsa del Partito d'Azione. In questo periodo, nei governi di unità antifascista, assunse l’incarico di ministro sotto Parri e sotto De Gasperi e fu inoltre deputato alla Costituente e senatore di diritto. Mantenne sempre stretti rapporti con il Partito Sardo d'Azione,  ma il “suo” partito, che Lussu aveva lasciato al momento dell’esilio su posizioni di sinistra, era ora retto, sulla spinta degli umori separatisti, da una maggioranza moderata di ceti proprietari e delle libere professioni. Perse la sua battaglia per riportare il partito allo spirito originario e con la sua corrente, che trasformò nel 1948 in Partito Sardo d'Azione Socialista, confluì nel Partito Socialista Italiano.
La sua esperienza da parlamentare socialista fu ricca di interventi infuori e dentro il Parlamento: dalla questione dell’adesione alla NATO al riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese, dalla difesa dell’Italia repubblicana democratica e antifascista, alle lotte  per lo sviluppo economico e il progresso sociale della sua Sardegna.
Il 1964 quando la decisione di Nenni di entrare col PSI nel governo di centrosinistra a guida democristiana provoca la scissione che porta la sinistra socialista alla fondazione del Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) aderisce alla nuova formazione alleata del PCI.  Nel 1972 la sconfitta elettorale del PSIUP accelera l’adesione della maggioranza del partito al PCI, ma Lussu, coerentemente con la sua storia, rifiuta di confluire sia quel partito, come nel PSI oppure nell’area della “nuova sinistra”, verso cui si dirigono le minoranze.
Si dedica a studi storici ed attività pubblicistica e muore a Roma nel 1975.

                                        Carlo Onofrio Gori




Questo articolo è riproducibile parzialmente o totalmente previo consenso o citazione esplicita dell'Autore.




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