venerdì 4 gennaio 2013

C.O. Gori. Storia dello Sport. Calcio. 1. Tornei scomparsi: i successi degli azzurri nella vecchia e dimenticata Coppa Internazionale


Coppa Internazionale: il primo trofeo vinto dalla Nazionale italiana di calcio

Questa volta scrivo di sport ed in particolare di calcio, ed in quel senso, di qualche curiosità storico-statistica. La storia del genere umano è anche storia di giochi e giochi sportivi con tutto che comporta nelle relazioni umane e sociali. La prendo un po' larga: nello scorso 2012 si è svolto l’appuntamento internazionale più importante per squadre di calcio nazionali a livello continentale e cioè il Campionato Europeo svoltosi in Polonia e Ucraina nel quale la Nazionale italiana ha concluso al secondo posto perdendo in finale, malgrado le entusiasmanti prove precedenti, contro la Spagna per 0-4. 
In effetti nella storia si questo torneo la Nazionale italiana non ha mai brillato almeno tanto quanto invece ha spesso fatto nel Campionato Mondiale (a suo tempo denominato anche Coppa Rimet dal suo ideatore): volutamente assenti dalle due prime pionieristiche edizioni del 1960 e 1964 (appannaggio rispettivamente di Urss e Spagna) gli azzurri vinsero la terza edizione del 1968 la cui fase finale venne giocata in Italia grazie anche alla ricorrenza del settantesimo anno di vita dalla nascita della Federcalcio. Fu quella una vittoria meritata, ma un po’ rocambolesca come vedremo in un prossimo post.
Negli altri “europei” seguiti a quella vittoria del ’68 l’Italia oltre al 2° posto dello scorso 2012 (con la Spagna non c’è stata partita), è arrivata seconda in Belgio-Olanda nel 2000, quella volta davvero a un passo dalla vittoria perché la Francia trovò il paraggio a tempo regolamentare scaduto (ero già pronto, come tutti, per andare a festeggiare, ma poi ci furono i supplementari col golden goal francese...), poi è arrivata terza pari-merito (e mi ricordo che in quel torneo la nazionale mostrò un bel gioco) con la Germania nell'edizione del 1988  tenutasi in Germania, ed infine giunse quarta nel torneo del 1980 giocatosi in Italia.
Ma non era di questo che volevo qui scrivere, tornerò in seguito sugli Europei, infatti la ragione di questo post è un’altra e cioè riportare alla luce (ripeto: anche la storia del calcio come di altri sport…è storia!) un passato torneo europeo per nazionali, oggi quasi dimenticato, che si svolse dal 1927 al 1960  (nel quale tra l’altro la Nazionale italiana trionfò due volte)  che rappresenta l’antesignano dell’odierno Campionato Europeo per Nazioni: la vecchia Coppa Internazionale.
La Coppa Internazionale (si disputarono sei edizioni, dal 1927 al 1960, nella prima parte fu detta anche Coppa Antonín Švehla e nell'ultima parte venne detta anche Coppa Dr. Gerö, da nomi degli animatori e organizzatori a livello politico-sportivo) è stata infatti la prima competizione continentale per squadre nazionali di calcio regolarmente disputata in Europa, alla quale partecipavano le nazionali dell'Europa centrale che allora, a parte la pretenziosa e “isolazionista” Inghilterra che si ostinava a non partecipare ad alcuna competizione internazionale ufficiale, ad eccezione del tradizionale Home Championship delle nazionali britanniche,  rappresentavano  il meglio del calcio continentale. Occorre tuttavia precisare che parallelamente all’edizione principale della Coppa Internazionale si svolgeranno anche, negli anni 1929-30  e  1931-34, due particolari edizioni “ridotte” per squadre nazionali dilettantistiche vinte rispettivamente dalla Polonia e dalla Romania.
Il gioco del calcio degli Anni Venti stava uscendo dal suo periodo pionieristico e, come accadeva per molti altri sport, si incominciava ad organizzare competizioni, anche a livello di squadre nazionali, che mettessero a confronto la varie scuole sportive. In campo calcistico a livello di Clubs, Hugo Meisl, dirigente della federazione austriaca aveva già concepito ed organizzato la Coppa Mitropa, competizione per squadre di club allora e per lungo tempo (sicuramente almeno fino al 1939) importantissima e prestigiosa, autentica antesignana della Coppa dei Campioni e sempre lui ideò poi la Europapokal der Fußball-Nationalmannschaften ovvero la Coppa Internazionale per squadre nazionali.
I quattro membri fondatori della competizione furono Austria, Italia, Cecoslovacchia e Ungheria, alla quali associò la Svizzera, infatti il calcio "danubiano", fondato  sul possesso di palla e sul dinamismo dei ruoli, era indicato come esempio di stile e di eleganza, mentre quello italiano, più concreto e utilitaristico, era però destinato a raggiungere i maggiori allori internazionali, laureandosi campione del mondo nel 1934 e nel 1938 e campione olimpico nel 1936.
La prima stagione della Coppa Internazionale si svolse negli anni 1927-1930. La sua formula, che anche nelle edizioni successive rimase immutata, prevedeva la disputa di un doppio girone “all'italiana”: ciascuna delle squadre nazionali si incontrava due volte, una in casa ed una in trasferta, con le altre, con un calendario non rigidamente prefissato per tutte in "giornate" , le partite venivano infatti disputate secondo  le disponibilità delle federazioni ad organizzare ogni singola partita. La vincente di ogni match totalizzava due punti, mentre col pareggio veniva assegnato un punto a testa. Risultava vincitrice del trofeo la squadra che alla fine del doppio ciclo di partite totalizzasse più punti in classifica. 
La prima edizione 1927-1930 fu dunque vinta dall'Italia, che sotto la guida del mitico CT Vittorio Pozzo, precedette di un punto la squadra austriaca (terza Cecoslovacchia, quarta Ungheria, quinta Svizzera). La vittoria azzurra non venne a caso perché già nel corso dello svolgimento della prima edizione della Coppa Internazionale l’Italia si era calcisticamente per la prima volta distinta a livello internazionale nel 1928 nella parentesi del torneo olimpico di Amsterdam destando buona impressione (aveva tra l’altra battuto la 4-3 la Francia e la Spagna per 7-1). 
In quella prima edizione della Coppa Internazionale , la nazionale italiana (gli “azzurri”, dal colore della maglia che era anche il colore di Casa Savoia, colore che poi, per tradizione, rimarrà, seppur con altre tonalità, fino ad oggi) pareggiò 2 – 2  con la Cecoslovacchia a Praga il 23 ottobre 1927, nella seconda partita perse in casa a Bologna 6 novembre 1927 battuta dall’Austria 0-1, battè  poi in casa 3-2 la Svizzera a Genova, il 1 gennaio 1928 e l’Ungheria 4 – 3 a Roma 25 marzo 1928, proseguì poi battendo 3-2 la Svizzera a Zurigo il 14 ottobre 1928, e 4 - 2 Cecoslovacchia a Bologna il  3 marzo 1929, ma perse di nuovo con l’Austria questa volta a Vienna, il 7 aprile 1929,e concluse battendo l’11 maggio 1930 l’Ungheria a Budapest per 5-1. In sostanza, benché sconfitta due volte dal “Wunderteam” austriaco,  l’Italia vinse nel punteggio la classifica finale perché quest’ultimo era stato sconfitto tre volte, due ad opera della Cecoslovacchia e una dell’Ungheria.
Furono italiani con sei reti a testa anche i capocannonieri di quel torneo:  Julio Libonatti (oriundo proveniente dall’Argentina) e Gino Rossetti che insieme in campionato formavano nel Torino la coppia del gol (come accadrà in tempi più recenti per Graziani e Pulici)   costituendo con il cervello di quella squadra, Adolfo “Balon” Baloncieri il famoso “trio delle meraviglie” che porterà i granata a vincere due titoli di campione d'Italia (uno poi revocato) ed un altro 1928-29 perso nella finalissima con i forti rossoblù del Bologna  (che poi a livello internazionale di club vinceranno la Mitropa nel 1932 e nel 1934) malgrado la squadra granata segnasse ben 117 reti in 33 partite.
Nota curiosa: alla fine di quel primo torneo continentale: il trofeo vinto dagli italiani e consistente in un coppa in cristallo di Boemia si ruppe cadendo a terra in treno nel viaggio di ritorno degli azzurri.
Visto l’enorme successo della prima edizione della Coppa Internazionale ne fu subito organizzata una seconda edizione, disputata nel biennio 1931-1932,  che vide la vittoria del “Wunderteam” austriaco che precedette nella classifica finale l’Italia (terza Ungheria, quarta Cecoslovacchia, quinta Svizzera) benché questa volta gli azzurri fossero riusciti a superare in uno dei due match i pericolosi “bianchi” danubiani.
La terza edizione della Coppa Internazionale si svolse dal 1933 al 1935, e fu ancora appannaggio dell'Italia che nel corso del lungo e lento svolgimento di quel torneo continentale aveva già vinto in finale a Roma il suo primo Campionato del Mondo, competizione svoltasi nella Penisola  da 27 maggio al 10 giugno 1934.
In quella terza edizione della Coppa Internazionale l’Italia precedette ancora una volta l’Austria (terza Ungheria, quarta Cecoslovacchia, quinta Svizzera).
La nazionale italiana perse con l'Austria a Torino per 2 - 4  l’11 febbraio del 1934, ma seppe riportare una decisiva vittoria per 0-2 (doppietta di Silvio Piola al suo esordio in azzurro) a Vienna il 24 marzo 1935 quando gli azzurri erano ormai ben più motivati, consci di essere i campioni del mondo in carica.
Nel torneo la nazionale italiana aveva precedentemente sconfitto 3-0  il 2 aprile 1933 a Ginevra la Svizzera, aveva battuto a Firenze il 7 maggio 1933 per 2-0 la Cecoslovacchia, era poi andata a vincere a Budapest contro l’Ungheria per 1-0 il 22 ottobre 1933, aveva nuovamente battuto la Svizzera per 5-2 il 3 dicembre 1933 a Firenze, ed infine aveva pareggiato 2-2 con l’Ungheria il 24 novembre 1935 a Milano. Questa la formazione campione: Luigi Allemandi, Luigi Bertolini, Felice Borel, Umberto Caligaris, Renato Cattaneo, Renato Cesarini, Carlo Ceresoli, Gino Colaussi, Gianpiero Combi, Giordano Corsi, Raffaele Costantino, Attilio Demaria, Ricardo Faccio, Giovanni Ferrari, Enrique Guaita, Anfilogino Guarisi, Ernesto Mascheroni, Giuseppe Meazza, Luis Monti, Eraldo Monzeglio, Raimundo Orsi, Silvio Piola, Alfredo Pitto, Mario Pizziolo, Roberto Porta, Virginio Rosetta, Angelo Schiavio, Pietro Serantoni
L’Italia nel frattempo, sempre sotto la guida di Pozzo, campione olimpica a Berlino nel 1936 (anche in questo torneo quello del '36 resta per ora l’unico titolo vinto dagli azzurri), non poté onorare il titolo continentale perché la quarta edizione della Coppa Internazionale (1936-1938) venne interrotta e il trofeo non fu assegnato a causa dell'annessione dell'Austria alla Germania nazista il 12 marzo 1938, con l'Ungheria che era provvisoriamente al primo posto e con gli azzurri ancora imbattuti. La Nazionale avrà in breve comunque modo di ampiamente rifarsi vincendo di lì a poco il suo secondo Campionato del Mondo  svoltosi dal 4 giugno al 19 giugno 1938 in Francia.
Negli anni successivi, a causa delle vicende belliche, Coppa Internazionale non fu disputata, ma già pochi mesi dopo la fine della guerra i paesi europei che in precedenza avevano animato la competizione si misero in moto per rilanciarla. Così a partire dal 1948 venne disputata la nuova edizione (1948-1953), la quinta. Le difficoltà della ricostruzione nell’immediato dopoguerra  e l’inizio della “guerra fredda” est-ovest imposero tuttavia una scansione alquanto dilatata delle partite. Ungheria e Cecoslovacchia nel 1948 andarono incontro a un cambiamento di regime politico e finirono poi al di là della cosiddetta “cortina di ferro” in zona sovietica. Questi avvenimenti politici estranei al calcio ovviamente resero estremamente difficile l'organizzazione del torneo. Occorsero quasi cinque anni per terminare il ciclo degli incontri di Coppa Internazionale: alla fine vinse l'allora grande Ungheria di Ferenc Puskás (capocannoniere con dieci reti), che conquistò così (a parte le successive vittorie olimpiche del 1952-1964-1968) il suo unico titolo rilevante. La nazionale italiana, reduce dalla tragedia di Superga che colpì nel 1949 il “grande Torino”, ossatura della Nazionale, non seppe andare oltre il penultimo posto, appena sopra la Svizzera, proverbiale squadra-materasso" di questa competizione.
La Coppa Internazionale venne disputata per la sesta (1955-1960) e ultima volta sotto la direzione della neonata UEFA, ed oltre alle cinque squadre venne allargata anche alla Jugoslavia. Il torneo si trascinò stancamente per ben sei anni (1955-1960) termine dei quali vinse una Cecoslovacchia in netta crescita,  infatti in Cile, di lì a due anni, avrebbe raggiunto la finale, persa contro il Brasile di Pelè e Garrincha.  Anche questa volta l'Italia concluse l’edizione della Coppa Internazionale nuovamente relegata al penultimo posto davanti alla Svizzera.
Nel 1960 con la fine della sesta edizione, la Coppa Internazionale, a fronte di fenomeni nuovi, dai cosiddetti “maestri del calcio” inglesi che si erano ormai “degnati” di disputare e confrontarsi in tornei con altre nazionali non britanniche, all'avvento a livello tecnico di nuove scuole calcistiche continentali quali la Spagna, l’Urss e la stessa Francia, ormai aveva perso molto del suo originale significato ed interesse, quindi l’UEFA pensò bene di sostituirla con una competizione ben più rappresentativa quale il Campionato d'Europa per Nazioni sul quale mi soffermerò in una prossima puntata. 


                                  
                                  Carlo Onofrio Gori







Nelle foto in alto la Coppa, Libonatti e Rossetti (qui in divisa del Torino) capocannonieri del primo torneo vinto dell'Italia e Piola e Pozzo vincitori nel 1933-35


Leandro Piantini e Andrea Capecchi piace questo elemento.

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