Indonesia 1965-2015: per non dimenticare una strage
...continua nella seconda parte...
Carlo Onofrio Gori
...nella seconda parte:
Capitolo 6. Pankasila e Nasacom: la politica interna di Sukarno.
Capitolo 7. Il ruolo Partito Comunista Indonesiano nella società indonesiana.
Capitolo 8. Sukarno leader dei non allineati nella Conferenza di Bandung (1955)
Capitolo 9. Sukarno in rotta di collisione col Commonwealth britannico: Operazione Trikora in Nuova Guinea e Konfrontasi in Sumatra (1962-1966)
Capitolo 10. Il Golpe del 1965: il ruolo dell'esercito, e delle milizie musulmane quello degli Usa e del Regno Unito
Capitolo 11. La dittatura di Suharto e l'invasione e la strage di Timor Est (1975)
Capitolo 12. Due recenti film sull'Indonesia 1965
Capitolo 13. L'Indonesia oggi.
Note:
1) AMNESTY INTERNATIONAL: INDONESIA: MILLIONS OF VICTIMS AND FAMILIES STILL ABANDONED 50 YEARS AFTER MASS KILLINGS 30 September 2015, 14:39 UTC
[...continua e concluderò presto...l'articolo sarà lungo per questo la scelta di pubblicarlo qui a puntate tra l'altro sto aspettando nuovi appunti importanti che potrebbero modificare l'articolo già da me predisposto e pronto per esser pubblicato: mi scuso con gli amici miei abituali lettori....intanto alcune foto a corredo dell'articolo. COG]
Introduzione.
Ricorre quest'anno il cinquantesimo anniversario del colpo di stato avvenuto
nel settembre-ottobre 1965 in Indonesia ad opera della destra militare
filo-americana appoggiata dalle milizie islamiste, che portò al potere, tenuto
fino al 1998, il sanguinario e corrotto dittatore, gen. Suaharto; golpe seguito
da uno dei massacri, comunemente ritenuto fra i più sanguinosi nella storia del
XX secolo, nel corso del quale venne spodestato il carismatico Presidente
Sukarno, nazionalista e terzomondista, fondatore e "padre della
patria" indonesiana, fisicamente
distrutto il potente e governativo (in coalizione) Partito comunista
indonesiano (PKI) e notevolmente ridimensionata la comunità cino-indonesiana.
Indonesia 1965-2015, anniversario importante e
significativo: ovviamente in Italia non ne hanno finora adeguatamente parlato i
media nazionali, in genere tradizionalmente e provincialmente - se ad es. si fa il confronto con la vicina
Francia - ripiegati sulla politica
interna (e questo sarebbe il male minore se se ne mettessero in luce solo gli
aspetti importanti, ricordandosi sempre, però, che un Paese che non ha una
cultura per poter svolgere una sua politica estera sarà sempre un Paese di
serie B!) fino sprecare il tempo (ed abusare della la pazienza
dell'utente-contribuente !) diffondendosi, anche nella pletora dei troppo
talk-show televisivi, sugli aspetti minimali ed inutili degli attori di quel che
è stato definito il nostrano “teatrino della politica".
Ma per capire l'entità e in Indonesia nel
settembre-ottobre 1965, come, quando e perché accadde e quale furono i
protagonisti, al di là delle versioni di comodo diffuse dai vincitori golpisti
ed in mancanza d'altre, visto che delle vittime che erano in loco nessuna
scampò e poté quindi testimoniare, fino
a pochi anni fa accreditate dai media
occidentali e solo oggi integrate da
documenti desecretati, rapporti di Amnesty International ecc. (1) che fanno
luce sulla reale portata di quello che veramente accadde soprattutto fra il
1965-1968 (cioè sul numero reale dei massacrati, sul ruolo reale svolto dagli
Usa e dalla Gran Bretagna nel golpe, ecc.)
occorre innanzitutto, facendo un passo indietro nel tempo, andare allo
scenario: l'Indonesia e la sua storia in breve.
Capitolo 1.
Aspetti dell'Arcipelago indonesiano. Sì, l'Indonesia, quello che oggi è il
l più grande Stato-arcipelago del mondo. il più popoloso paese a maggioranza
musulmana del mondo, fino al 1949, non esiste, e non è solo una questione di
nome! Esistono nella realtà oltre 17 mila isole [(le più grandi ed importanti:
Giava, “’isola guida” dov’è oggi la capitale Giakarta e dove si trovano i
maggiori centri urbani, da sempre la
parte più vitale ed evoluta dell’ arcipelago, quella che ha attratto e continua
ancora oggi ad attrarre popolazione dalle altre più grosse isole: Sumatra, Celebes (Sulawesi), Borneo
(Kalimantan), Nuova Guinea (Irian Jaya)] poste nel mezzo dell'Oceano indiano,
fra il Continente asiatico e le Filippine, a nord, e l'Australia, a sud e,
tenute faticosamente insieme, fin dal 1º gennaio 1800, da un'amministrazione
coloniale e da un nome Indie Orientali Olandesi, in seguito alla precedente
lenta, ma progressiva espansione della "Compagnia delle Indie
Orientali" avvenuta a partire dal 1602, quando gli olandesi sfruttando abilmente il frazionamento e le
rivalità fra i piccoli regni locali, ebbero il sopravvento ed in breve le Indie
Orientali Olandesi divennero uno dei possedimenti coloniali più ricchi del
mondo, grazie al monopolio olandese del
commercio delle spezie e successivamente alla produzione ed all’esportazione
del caucciù. E tanto per ricordare solo un aspetto dell’estensione e del
frazionamento di quest’area e per rendere l'idea, in queste isole popolazioni
non sempre etnicamente affini parlano 700 lingue diverse: solo con
l'indipendenza dall'Olanda venne varata, oggi sviluppata fino ad essere
comunemente parlata, una lingua comune chiamata bahasa Indonesia nata dalla
modifica di una delle lingue in uso: il malese. (2)
Capitolo 2.
La colonizzazione. Comunque se
l'insediamento più solido e duraturo sarà poi compiuto dagli olandesi
occorre notare che la penetrazione europea in quest'area era già incomincia già
dai primi anni del XVI secolo ad opera dei portoghesi, da qui deriverà anche il
fatto che un parte di Indonesia abbracceranno la religione -cattolica (1/3 dei
cristiani mentre 2/3, sotto l’influenza olandese ,abbracceranno quella
protestante).Il processo di occupazione militare - e, dunque, di formazione di
una vera e propria colonia – si rivelerà lentissimo, anche perché non mancarono
resistenze, soprattutto da parte delle popolazioni musulmane. La più accanito
fu quella che si ebbe nel sultanato di Atjeh .La resistenza dell' Atjeh, però,
andrebbe meglio considerata come una vera e propria guerra coloniale, dura,
pesante, lunga: copre tutto l'ultimo quarto del XIX secolo per concludersi nel
1904. E solo con la fine della guerra di Atjeh, l'area dell'attuale 'Indonesia
è interamente occupata dai Paesi Bassi.
Capitolo 3. Nascita dei movimenti indipendentisti.
Mentre lo sfruttamento coloniale si manifesta in modo sempre più pesante anche
perché tutta l'Indonesia acquista una straordinaria importanza economica e
strategica come produttrice di caucciù, si formano i primi movimenti etnico-indipendentisti, nasce infatti nel
1908 il Budi Utomo, primo gruppo protonazionalista mentre nel 1912 in un periodo contrassegnato da
disordini contro la comunità etnica cinese nascono l'Indische Partij, partito
politico indo-europeo, e il Sarekat Islam, partito politico musulmano. In
questi anni la resistenza continua, sempre repressa dalle forze armate e dai
tribunali olandesi. Una svolta nella lotta per l’indipendenza si avrà con la
rivoluzione russa del 1917 che costituirà una immensa speranza, un esempio, ed
una base d'azione per i rivoluzionari asiatici: In questo ambito si inquadra la
nascita il Partito comunista indonesiano fondato dal socialista olandese Henk
Sneevliet che nel 1914 con 85 membri del Partito Socialdemocratico dei Lavoratori
e del Partito Comunista olandese residenti nelle isole indonesiane . diede vita
all’Associazione Socialdemocratica delle Indie e indicò nella Rivoluzione
d'Ottobre come la via da seguire. In effetti verso la fine della prima guerra
mondiale il movimento rivoluzionario indonesiano conobbe una spinta propulsiva
imponente. Lenin stesso si meravigliò di come il movimento nelle colonie
olandesi stesse progredendo rapidamente di fronte ad un Governo incapace di
farvi fronte. Infatti l'ASDI non aveva indugiato nel seguire la via
rivoluzionaria: organizzò e circa tremila Guardie Rosse armate ed anche in
seguito alla defezione di soldati coloniali indonesiani, diresse, una rivolta a
Surabaya, la maggiore base dell'arcipelago, istituendo in città dei Soviet. Le
autorità coloniali olandesi ripresero in breve il controllo della situazione,
soppressero i Soviet di Surabaya e misero al bando l'ASDI condannando a più di
quarant'anni di prigione gran parte dei soldati che avevano disertato per
unirsi alle Guardie Rosse. L'ASDI continuò a lavorare clandestinamente e a
pubblicare “Soeara Rakyat” (La voce del popolo). Nel maggio 1920 al Congresso
dell'organizzazione svoltosi nella clandestinità a Semarang, l'ASDI prese il
nome di Associazione Comunista delle Indie (Perserikatan Komunis di Hindia)
eleggendo presidente Semaun. L'ACI, rappresentata a Mosca da Sneevliet, fu la
prima organizzazione comunista indonesiana ad entrare nel Comintern (1920) e
nel 1924, accogliendo l'indicazione di Lenin, l'Associazione si trasformò in Partito
Comunista d'Indonesia(PKI) e scelse come presidente Musso. Nel novembre 1926 il
PKI guidò le rivolte a Giava e Sumatra,
fondando una effimera repubblica sovietica indipendente. La repressione delle
autorità coloniali fu feroce: migliaia di persone vennero uccise o imprigionate
perché con il pretesto di combattere la ribellione comunista, il governo
coloniale colpì anche moltissimi attivisti politici non comunisti ma contrari
al colonialismo olandese. Il PKI fu formalmente dichiarato illegale nel 1927 e
dovette continuare nascosto la propria attività. Intanto proprio in questo anno
Sukarno fondando il Partito Nazionalista (Partai Nasional) divenne uno dei
principali capi del movimento indonesiano per l'indipendenza. Sukarno, a
differenza di altri leader indipendentisti, era convinto che prima o poi il
Giappone si sarebbe scontrato con le potenze imperialiste occidentali e che
Giava solo l'aiuto giapponese avrebbe potuto conseguire l’ indipendenza .
Sukarno verrà poi imprigionato dalle autorità coloniali olandesi nel 1929 e
condannato a due anni di prigione: quando venne per la prima volta rilasciato
era già considerato un eroe popolare.
Capitolo 4.
La Seconda guerra mondiale ed il ruolo del Giappone nelle Indie Orientali
Olandesi. Sukarno negli anni successivi verrà arrestato ancora diverse
volte e stava scontando una condanna quando il Giappone, a partire dall'8
dicembre 1941, dopo la dichiarazione di guerra
olandese immediatamente seguita
all'attacco nipponico, a Pearl Harbor e a tutte le posizioni occidentali
nel sud-est asiatico e nel Pacifico, iniziò le ostilità contro le Indie Olandesi e il 9 marzo 1942 le truppe imperiali
sconfissero definitivamente - decisiva la battaglia di Tarakan - le truppe del
Reale Esercito delle Indie Olandesi (Koninklijk Nederlandsch-Indisch Leger KNIL )
che combattevano sotto comando congiunto alleato ABDA
(American-British-Dutch-Australian Command) assicurandosi il controllo delle
Colonie, ricche di petrolio, gomma, stagno e altre risorse di grande valore
bellico.
La lunga occupazione favorì la nascita di un movimento
indipendentista indonesiano guidato da Sukarno, venne fondato il Badan
Penyelidik Usaha Persiapan Kemerdekaan Indonesia (BPUPKI): questo comitato e le
sue formazioni paramilitari
indonesiane di autodifesa , armate ed
addestrate dai giapponesi durante tutta la durata del conflitto avrebbe
dovuto aiutare le forze imperiali in caso di invasione da parte degli alleati,
ma non ce ne fu bisogno perché, a parte la Nuova Guinea, nelle isole
indonesiane furono combattimenti fra alleati e nipponici: gli alleati
arrivarono nelle isole a guerra finita mentre i giapponesi si arresero solo
dopo che la resa era già stata firmata in madrepatria.
Capitolo 5.
La lotta contro il ritorno olandese e la piena Indipendenza. Il 17 agosto
1945, due giorni dopo la capitolazione giapponese a Tokio, Sukarno lesse la
"Proklamasi" (Dichiarazione di Indipendenza) ed il 29 agosto ed il
suo vice- Hatta vengono acclamati leader della nuova Repubblica Indonesiana
mentre il BPUPKI fu rinominato in KNIP (comitato nazionale indonesiano centrale)
costituendosi in governo provvisorio in attesa di indire regolari
elezioni. Il KNIP il 31 agosto determinò i confini e l’assetto territoriale
della nuova Repubblica dell'Indonesia formata da 8 province: Sumatra, il
Borneo, Java Occidentale, Java Centrale, Java Orientale, Sulawesi, Maluku e
Sunda Kecil. Intanto il 29 settembre gli inglesi sbarcano in Indonesia e
comandano alle unità giapponesi di consegnare le armi. Nell’ottobre viene costituito l'Esercito nazionale indonesiano: gran parte delle armi in suo possesso sono di provenienza giapponese e gran parte dei membri del nuovo esercito repubblicano provengono dalla forza militare indonesiana di autodifesa dei "Difensori della Patria" Pembela Tanah Air -. Kyōdo Bōei Giyūgun 郷土防衛義勇軍).
Il 10 novembre gli indonesiani si scontrano con i britannici - che agli occhi dei combattenti indipendentisti repubblicani sembrano assumersi il compito di far da battistrada al ritorno coloniale olandese - nella grande Battaglia di Surabaya. Nel novembre-dicembre 1945 gli olandesi cominciano a sostituire gli inglesi, ma i loro sforzi per ristabilire il controllo completo della zona, vengono pesantemente a contatto con la resistenza indonesiana. Dalla fine del 1945 alla fine del 1949 si ha un periodo convulso che vede un alternarsi di scontri militari e trattative diplomatiche fra governo indipendentista indonesiano e olandesi. Gli olandesi sostanzialmente tentarono inizialmente di ripristinare il pieno dominio coloniale, successivamente, malgrado i loro vari successi militari, a fronte della generale tenace resistenza dell'esercito repubblicano indipendentista e della crescente riprovazione internazionale, puntando sulle diversità etnico-religioso-economico delle varie isole, cercarono di instaurare, laddove possibile, governi locali a loro favorevoli per poi cercare un accordo per la creazione di un commonwealth, (comprendente i territori controllati dagli stessi repubblicani) sotto la corona olandese, infine, fallito anche questo progetto cercarono che il nuovo stato indonesiano assumesse una struttura federale.
Finalmente il 27 dicembre 1949, la regina Giuliana d'Olanda
dopo 4 anni di guerra e di trattative, grazie anche alla mediazione degli Stati
Uniti d'America, trasferì la sovranità al governo indonesiano e nel 1950, l'Indonesia divenne il
sessantesimo membro delle Nazioni Unite.Il 10 novembre gli indonesiani si scontrano con i britannici - che agli occhi dei combattenti indipendentisti repubblicani sembrano assumersi il compito di far da battistrada al ritorno coloniale olandese - nella grande Battaglia di Surabaya. Nel novembre-dicembre 1945 gli olandesi cominciano a sostituire gli inglesi, ma i loro sforzi per ristabilire il controllo completo della zona, vengono pesantemente a contatto con la resistenza indonesiana. Dalla fine del 1945 alla fine del 1949 si ha un periodo convulso che vede un alternarsi di scontri militari e trattative diplomatiche fra governo indipendentista indonesiano e olandesi. Gli olandesi sostanzialmente tentarono inizialmente di ripristinare il pieno dominio coloniale, successivamente, malgrado i loro vari successi militari, a fronte della generale tenace resistenza dell'esercito repubblicano indipendentista e della crescente riprovazione internazionale, puntando sulle diversità etnico-religioso-economico delle varie isole, cercarono di instaurare, laddove possibile, governi locali a loro favorevoli per poi cercare un accordo per la creazione di un commonwealth, (comprendente i territori controllati dagli stessi repubblicani) sotto la corona olandese, infine, fallito anche questo progetto cercarono che il nuovo stato indonesiano assumesse una struttura federale.
...continua nella seconda parte...
Carlo Onofrio Gori
...nella seconda parte:
Capitolo 6. Pankasila e Nasacom: la politica interna di Sukarno.
Capitolo 7. Il ruolo Partito Comunista Indonesiano nella società indonesiana.
Capitolo 8. Sukarno leader dei non allineati nella Conferenza di Bandung (1955)
Capitolo 9. Sukarno in rotta di collisione col Commonwealth britannico: Operazione Trikora in Nuova Guinea e Konfrontasi in Sumatra (1962-1966)
Capitolo 10. Il Golpe del 1965: il ruolo dell'esercito, e delle milizie musulmane quello degli Usa e del Regno Unito
Capitolo 11. La dittatura di Suharto e l'invasione e la strage di Timor Est (1975)
Capitolo 12. Due recenti film sull'Indonesia 1965
Capitolo 13. L'Indonesia oggi.
_______________
Note:
1) AMNESTY INTERNATIONAL: INDONESIA: MILLIONS OF VICTIMS AND FAMILIES STILL ABANDONED 50 YEARS AFTER MASS KILLINGS 30 September 2015, 14:39 UTC
Indonesian
authorities are abandoning millions of victims and their family members who
suffered through one of the worst mass killings in modern times, Amnesty
International said on the 50th anniversary of the events that triggered the
government-led atrocities of 1965 and 1966. “Five
decades is far too long to wait for justice for one of the worst mass killings
of our era. Across Indonesia, victims of the 1965 and 1966 events and their
family members have been left to fend for themselves, while those suspected of
criminal responsibility walk free,” said Papang Hidayat, Amnesty
International’s Indonesia Researcher.“Indonesian
authorities must put an end to this injustice once and for all. Today’s
anniversary must be the starting point for a new era where crimes of the past
are no longer swept under the carpet.” In the
wake of a failed coup attempt on 30 September 1965, the Indonesian military –
led by Major General Suharto – launched a systematic attack against suspected
communists and a range of other leftists. Indonesian
authorities must put an end to this injustice once and for all. Today’s
anniversary must be the starting point for a new era where crimes of the past
are no longer swept under the carpet. Papang
Hidayat, Amnesty International's Indonesia Researcher. Over the
following two years, anywhere between 500,000 and one million people were
killed. Sexual violence was rampant with countless women raped or kept as
sexual slaves. Hundreds of thousands of people were imprisoned without trial –
many spent years in jail, suffering regular torture. Efforts
by Indonesian authorities to get to the truth of these events and provide
victims and family members with justice and reparations have been piecemeal at
best. In
Indonesia, there remains a lack of accountability for crimes under
international law. In very few cases have perpetrators been brought to trial
and the overwhelming majority walk free. https://www.amnesty.org/en/press-releases/2015/09/indonesia-millions-of-victims-and-families-still-abandoned-50-years-after-mass-killings/
Jakarta.
Fifty years after the bloodbaths of the mid-1960s, authorities in Indonesia
continue to ignore the suffering of millions of victims and their relatives,
Amnesty International said in a press release on Wednesday. “Five
decades is far too long to wait for justice for one of the worst mass killings
of our era," said Papang Hidayat, Amnesty International’s Indonesia
researcher. "Across Indonesia, victims of the 1965 and 1966 events and
their family members have been left to fend for themselves, while those
suspected of criminal responsibility walk free,” he added in the press release. “Indonesian
authorities must put an end to this injustice once and for all. Today’s
anniversary must be the starting point for a new era where crimes of the past
are no longer swept under the carpet.”The
1965-66 anti-communist purges in Indonesia -- led by the military and supported
by Western powers -- left hundreds of thousands and possibly over a million
people dead. Countless others faced torture, arbitrary detention and often
both.The
deadly campaign was triggered by a failed coup attempt on Sept. 30, 1965 and
ushered in the New Order regime led by Suharto, who was to rule Indonesia until
his downfall in 1998. Since
then, Indonesia has gone through a process of democratization that was largely
successful but thus far the country has failed to address most rights abuses
from the New Order period, including those of the mid-1960s. "A
chilling culture of silence has prevailed in Indonesia where even discussing
the killings of 50 years ago has been largely impossible for victims, let alone
demanding the reparation or access to truth and justice that they are entitled
to under international law," Amnesty said in Wednesday's press statement. “Far
too many brave activists and survivors have faced harassment, intimidation and
threats to expose the mass crimes of 50 years ago. Authorities must start
listening to the human rights community, not suppressing their voices,” Papang
said, calling on President Joko Widodo to "ensure that the past is no
longer forgotten.""This
is a country that is quickly emerging as a regional leader," he said.
"It must take this position seriously and set an example when it comes to
justice, truth and reparations." Amnesty
International. Communist Party of Indonesia PKI. 1965. Amnesty: Indonesia Mocks
International Law With Executions, Unfair Trials. Amnesty Raps 'Regressive'
Indonesia on World Against Death Penalty Day. http://jakartaglobe.beritasatu.com/news/fifty-years-indonesia-urged-address-abuses-1965/
2) “L’Indonesia è un vero modello della Torre di Babele: ci sono 700 lingue, sparse tra un'isola e'l'altra. Può essere davvero difficile per qualcuno capire la lingua altrui. La soluzione si è concretizzata un po' alla volta ed è stata ufficialmente inaugurata nel 1945:' era la lingua chiamata bahasa Indonesia. E nata da una delle lingue in uso, il malese. E non solo si è sviluppata a prescindere dal potere politico ed economico, ma ha anche unito le persone di tutto il Paese. Dal suo grembo è nata la letteratura indonesiana, che è passata attraverso un sacrificio: centinaia di tradizioni letterarie scritte in altre lingue stavano lentaente morendo, molte erano completamente scomparse...” Eka Kurniavan, Eravamo la Torre di Babele. L’Indonesia è pronta per il mondo. in ”Corriere della Sera”-La Lettura, Domenica 11 ottobre 201, pag. 19
2) “L’Indonesia è un vero modello della Torre di Babele: ci sono 700 lingue, sparse tra un'isola e'l'altra. Può essere davvero difficile per qualcuno capire la lingua altrui. La soluzione si è concretizzata un po' alla volta ed è stata ufficialmente inaugurata nel 1945:' era la lingua chiamata bahasa Indonesia. E nata da una delle lingue in uso, il malese. E non solo si è sviluppata a prescindere dal potere politico ed economico, ma ha anche unito le persone di tutto il Paese. Dal suo grembo è nata la letteratura indonesiana, che è passata attraverso un sacrificio: centinaia di tradizioni letterarie scritte in altre lingue stavano lentaente morendo, molte erano completamente scomparse...” Eka Kurniavan, Eravamo la Torre di Babele. L’Indonesia è pronta per il mondo. in ”Corriere della Sera”-La Lettura, Domenica 11 ottobre 201, pag. 19
[...continua e concluderò presto...l'articolo sarà lungo per questo la scelta di pubblicarlo qui a puntate tra l'altro sto aspettando nuovi appunti importanti che potrebbero modificare l'articolo già da me predisposto e pronto per esser pubblicato: mi scuso con gli amici miei abituali lettori....intanto alcune foto a corredo dell'articolo. COG]
_________________________________
FOTO
L'Indonesia di Sukarno 1949-1965, il "padre della patria" deposto nel 1965
Konfrontasi : la guerra a "bassa intensità" nel Borneo dell' Indonesia di Sukarno contro Malaysa e Commonwealth britannico (1962-1965)
Il golpe del 1965
Il sanguinario golpista Suharto "uomo dell'anno" 1965 per la rivista americana "Time"
Suharto al potere dal 1965 al 1998. Ha "al suo attivo" anche un altro grande massacro sempre al soldo degli Usa: quello di Timor Est nel 1975
Tre film sul 1965 e i massacri
___________
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.